Padre e figlio al carcere duro ma possono videochiamarsi
La decisione della Cassazione: "Strumento ordinario nel periodo del Covid-19"
Sono entrambi detenuti al 41 bis (in diversi istituti penitenziari) ma la Cassazione dice che il boss Raffale Ligato di Pignataro Maggiore (nel carcere di Milano Opera) e il figlio Antonio Raffaele (recluso a Novara) si possono tranquillamente chiamare tramite videochiamata. Autorizzato infatti dalla Corte suprema il colloquio mediante video collegamento tra padre (elemento di spicco della camorra calena) e il figlio, accusato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Il ministero della Giustizia aveva chiesto di annullare la 'disponibilità' al video collegamento poiché i due si trovavano in regime speciale ma la Cassazione ha invece dato ragione agli avvocati della famiglia Ligato riconoscendo il colloquio video come "strumendo ordinario" nel periodo dell'emergenza Covid-19.