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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Pizzo dei Casalesi: imprenditori vessati sfilano davanti ai giudici

Confermate le accuse ai danni delle nuove leve dei Casalesi

Le vittime delle estorsioni del nuovo gruppo del clan dei Casalesi sfilano davanti ai giudici. E' quanto accaduto nel corso dell'ultima udienza - celebrata dinanzi alla prima sezione collegio C del tribunale di Napoli Nord presieduto dal giudice Pacchiarini - nel processo a carico di 12 persone tra cui anche Ivanhoe Schiavone, figlio del capoclan Francesco Sandokan a processo per intestazione fittizia di beni.

Le vittime, tra qualche non ricordo e qualche tentativo di chiarimento, hanno sostanzialmente confermato la ricostruzione degli inquirenti della Dda rispondendo alle domande del pm. Il processo si è aggiornato alla fine di marzo. Nel collegio difensivo gli avvocati Paolo Caterino, Luigi Monaco, Gaetano Laiso, Gabriele Piatto, Vincenzo Motti, Gianluca Barbato, Leandro Boccuti, Carmine Carbone, Guglielmo Iorio, Nicola Artese e Antonio De Micco.

Con Schiavone jr. sono a processo Arcangelo D'Alessio, 42enne di Trentola Ducenta; Giosuè Palmiero, di 41 anni; Gaetano De Biase, detto Burzone, 55 anni di Aversa; Oreste Diana, 31 anni di Trentola Ducenta, figlio del boss Peppe cuoll e pinto; Pietro Falcone, 42 anni di Trentola Ducenta; Alessandro Marino, 37 anni di Castel Volturno; Renata Marino, 31 anni di Bacoli; Salvatore Marino, 28 anni di Trentola Ducenta; Salvatore Orabona, collaboratore di giustizia di Trentola Ducenta; Romeo Pellegrino, 62 anni di San Marcellino; Antimo Scuotto, 46 anni di Aversa.

Tre i filoni d'indagine, con un unico filo conduttore. Il primo riguarda le nuove leve del clan Schiavone e la ripresa delle attività estorsive, la maggior parte delle quali nei canonici periodi di Natale e Ferragosto, ai danni delle attività commerciali ed imprenditoriali dell'agro aversano, tra Aversa, Trentola Ducenta e Lusciano. Tra le richieste di pizzo anche quella da 60mila euro posta in essere da Salvatore Orabona, oggi collaboratore di giustizia, ai danni di un imprenditore edile. 

L'altro filone d'indagine, invece, riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti, tra le province di Caserta (a Trentola Ducenta, San Marcellino e Parete) e Napoli, con i rifornimenti di droga - marijuana, cocaina ed hashish - che arrivavano dall'Albania. Ed albanesi erano anche gli sfruttatori di alcune prostitute tra Maddaloni, Qualiano ed in provincia di Napoli.

Schiavone jr, infine, è accusato di intestazione fittizia di beni in quanto avrebbe, insieme ad Oreste Diana e Romeo Pellegrino, intestato fittiziamente a Renata, Alessandro e Salvatore Marino la titolarità di un'agenzia di scommesse a Trentola Ducenta al fine di eludere misure di prevenzione.  

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