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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Estorsioni dei Casalesi, le vittime 'scagionano' i fratelli Morico

Il titolare di una sala slot ha dichiarato che il re del pane non avrebbe partecipato all'incontro con Cacciapuoti

Le vittime delle presunte estorsioni sfilano in aula nel processo a carico del 're del pane' Gianni Morico, di suo fratello Vincenzo, e di Vincenzo Conte, Alfonso Cacciapuoti e Benito Natale, accusati a vario titolo di illecita concorrenza con violenza e minaccia, tentata estorsione ed estorsione con l'aggravante della metodologia mafiosa.

È quanto accaduto nel corso dell'udienza celebrata dinanzi alla Prima Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in composizione collegiale, presieduta dal giudice Sergio Enea. Il primo segmento di escussione è cominciato con la dichiarazione resa dal titolare di un supermercato che avrebbe subito pressioni da Vincenzo Morico per la vendita del pane. Secondo la Dda Vincenzo Morico nel giugno 2016, in qualità di produttore e fornitore di pane, avrebbe compiuto atti di illecita concorrenza mediante minaccia nei confronti del rivenditore costringendo quest'ultimo a fissare il prezzo di rivendita del pane acquistato da diverso fornitore, cioè suo fratello Gianni Morico, ad un prezzo superiore ad un euro e quindi superiore al prezzo praticato dall'imputato. Per rendere più convincente la minaccia avrebbe strappato via il cartellone pubblicitario delle offerte del pane a bordo di una Mercedes Classe A. Accuse con l'aggravante di aver agito con metodo mafioso consistito nel prospettare alla vittima in caso di rifiuto conseguenze violente grazie alla vicinanza col clan dei Casalesi. Nel corso dell'escussione ad opera del sostituto procuratore Giorgia De Ponte il rivenditore ha però fornito una versione dei fatti contraddittoria ammettendo di conoscere Vincenzo Morico per vicende personali - una donna contesa - ma che era lo stesso era estraneo ad ambienti criminali così come il fratello Gianni Morico, che gli suggerí di denunciare il congiunto a seguito dell'episodio del manifesto strappato a mo'di sfida.

La seconda escussione si è concentrata sulla dichiarazione resa dal titolare di un centro scommesse a Capua risultato vittima di una tentata estorsione ad opera di Alfonso Cacciapuoti, referente del clan dei Casalesi su Grazzanise. Gianni Morico avrebbe accompagnato la vittima a casa dell'affiliato al clan per agevolare la riscossione. Per gli inquirenti sarebbe accaduto nel 2007. Dalle dichiarazioni del teste, però, è emerso che l'episodio in cui Gianni Morico avrebbe accompagnato la vittima da Cacciapuoti era risalente al 2001 e che il "re del pane" si sarebbe limitato a fornire indicazioni sull'abitazione non partecipando all'incontro. La tentata estorsione ad opera di Cacciapuoti, invece, si sarebbe perpetrata nel 2007 quando la vittima venne condotta in un casolare nell'Agro Aversano. Ha raccontato ai giudici di essere riuscito a sottrarsi alla richiesta estorsiva riferendo di essere sottoposto a richieste estorsive da altri membri del clan dei Casalesi: "Ho mentito", ha ammesso in aula.

Nel corso dell'udienza sono state acquisite le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Cipriano D'Alessandro, Pasquale Fava, Salvatore Ianuario. Si torna in aula nella prima metà di dicembre per le escussioni dei  pentiti Barracano, Massimiliano Caterino, Attilio Pellegrino. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Paolo Raimondo, Giuseppe Stellato, Gennaro Ciero, Aniello Garofalo, Angelo Raucci, Alfonso Quarto.

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