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Cronaca Casal di Principe

Camorra e appalti, libero un altro imprenditore accusato da Schiavone jr

Il Riesame ha disposto la scarcerazione di Puocci

Torna libero Claudio Puocci, imprenditore edile 58enne di Casal di Principe, coinvolto nell'inchiesta della Dda sugli appalti per i servizi della rete ferroviaria e della pavimentazione stradale in odore di camorra affidati ad imprenditori collegati alla famiglia Schiavone del clan dei Casalesi. È quanto disposto dall'Ottava Sezione del Riesame del Tribunale di Napoli presieduta dal giudice Maria Vittoria Foschini che ha accolto l'istanza dei difensori di Puocci - gli avvocati Carlo De Stavola e Mirella Baldascino - annullando l'ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso 3 maggio dal gip Giovanna Cervo del Tribunale di Napoli.

L'imprenditore casalese è finito nel mirino della Dda insieme ad altre 65 persone nell'inchiesta contro il clan dei Casalesi che ha portato all'arresto di 35 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione a delinquere di tipo mafioso,estorsione, intestazione fittizia di beni, corruzione,turbativa d'asta, riciclaggio con l'aggravante della metodologia mafiosa. La complessa attività di indagine si è concentrata sulle attività illecite dei fratelli Vincenzo e Nicola Schiavone - quest'ultimo padrino di battesimo dell'omonimo figlio di Sandokan - e di Dante Apicella. Fulcro dell'attività d'indagine sono state le dichiarazioni di molti collaboratori di giustizia in primis quelle rese dal figlio di Sandokan che hanno consentito di di far luce su un delicato intreccio con al centro le attività illecite dei germani Schiavone e di Apicella.

È emerso che le imprese controllate dalla famiglia Schiavone pagavano Apicella attraverso società di comodo e mediante fatture per operazioni inesistenti. Le risorse illecite venivano poi reimpiegate  in società intestate a terzi dove Apicella faceva il suo reingresso in qualità di socio occulto. Con alcune imprese venivano stipulati accordi in cambio di dazioni di denaro e favori.Tutto ruotava sulla fiducia. Claudio Puocci a cui è stata contestata l'associazione a delinquere con l'aggravante della metodologia mafiosa ed una tentata estorsione in concorso con Vincenzo Schiavone ai danni di Giovanni Fiocco - dalle dichiarazioni rese da Nicola Schiavone era un uomo di fiducia del clan.

Gli venivano affidati i compiti di maggiore delicatezza e riservatezza con i germani Schiavone nell'esecuzione di varie attività illecite attraverso imprese affidate a prestanome anche mediante condotte di natura estorsiva. Puocci sempre da quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia offriva ospitalità ai latitanti e organizzava riunioni in immobili di sue proprietà. La difesa ha smantellato le contestazioni mosse a Puocci giacché è stata minata la veridicità delle dichiarazioni di Nicola Schiavone discordanti con altre rese da altri collaboratori di giustizia sul ruolo di uomo di fiducia all'interno del clan dei Casalesi. Nessun altro ha saputo riconoscere tale ruolo a Puocci che il verosimile 'legame'con gli Schiavone è l'esser un dipendente specializzato della società Itep.

In merito al presunto tentativo di estorsione in concorso con Vincenzo Schiavone ai danni di Giovanni Fiocco, imprenditore di Sparanise, la stessa attendibilità della 'vittima' è stata messa in discussione. Discordanze e mancati riscontri oggettivi che hanno fatto propendere il Tribunale delle Libertà per la scarcerazione di Claudio Puocci.

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