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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Bastonate al carrozziere per gelosia, Buttone chiede scusa dal carcere

Scontro sulla capacità di intendere e volere al momento dell'aggressione

Scontro tra periti sulla capacità di intendere e di volere di Salvatore Buttone, fratello del ras del clan Belforte e collaboratore di giustizia Bruno Buttone, al momento del pestaggio del carrozziere presunto rivale in amore.

È quanto emerso nel corso dell'udienza celebratasi con rito abbreviato dinanzi al gup Pasquale D'Angelo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere dove il consulente nominato dal giudice  lo psichiatra partenopeo Vincenzo Scarallo ha affermato che Salvatore Buttone al momento del pestaggio consumatosi con la mazza da baseball ai danni del carrozziere (suo presunto rivale in amore), non era capace di intendere e di volere. Riscontrata da parte del perito la capacità dell'imputato di stare in giudizio. Nelle more della relazione psichiatrica è emerso che Salvatore Buttone sia un assuntore di crack tanto da riscontrare una regolare assunzione di psicostimolanti nonché una psicosi determinata da gelosia delirante ed ossessiva. Riscontrata poi una pericolosità sociale da un punto di vista psichiatrico tanto da rendersi necessario il ricovero presso una struttura di recupero per tossico dipendenti non inferiore ai 18 mesi.

Secondo quanto stabilito dal consulente di parte del Sostituto Procuratore Gionata Fiore, il dottor Alfonso Tramontano, è da riconoscere a Salvatore Buttone la tossicodipendenza ma non è da definirsi intossicato cronico. Quindi per il perito di parte, Buttone era capace di intendere e di volere al momento dell'evento delittuoso per il quale è finito sotto processo. Buttone, spinto da un'accecante gelosia, si recò a Marcianise presso la carrozzeria dove lavorava il presunto amante  della moglie (costituitosi parte civile rappresentato dall'avvocato Andrea Piccolo) che era poi nello stesso stabile dove la coppia abitava e lo colpì ripetutamente con una mazza da baseball. I suoi folli sospetti lo portarono a credere che la vittima utilizzasse il sollevatore idraulico che si usa per il sollevamento dei veicoli per salire al piano superiore ovvero dove ci fosse l'appartamento della coppia appunto per fare visita alla consorte del fratello del ras. Tutte circostanze che si sono poi rivelate frutto della sua immaginazione.

Nel corso dell'udienza il difensore di Salvatore Buttone, l'avvocato Franco Liguori, ha avanzato istanza di revoca della misura cautelare su cui il gup si è riservato. L’imputato, dalla casa circondariale di Lanciano dove è recluso, ha reso spontanee dichiarazioni dove si è scusato per l'accaduto chiedendo perdono alla vittima e alla sua famiglia. Si torna in aula la metà del mese di febbraio per la requisitoria del Pubblico Ministero e le discussioni degli avvocati.

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