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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Cesa

Il boss dei Casalesi è 'depresso' ma deve restare in carcere

Dopo un intervento chirurgico aveva richiesto di lasciare la cella

Il giudice della Corte di Cassazione è stato chiaro: deve restare in carcere. Il boss del clan dei Casalesi, Amedeo Mazzara non può uscire dalla prigione. Il 74enne già ai tempi di Antonio Bardellino era un uomo di punta della criminalità organizzata in Campania come accertato dalla autorità giudiziaria. Dopo aver scontato la pena, una volta rimesso in libertà, nel 2005, stringe uno storico accordo con l’allora capo del clan dei Casalesi Francesco Schiavone, il famigerato “Sandokan”, per la spartizione dei profitti illeciti nella provincia di Caserta. Poi fu nuovamente arrestato e adesso è ristretto in un carcere del Nord.

Mazzara aveva chiesto, attraverso il proprio legale, di lasciare il carcere percjé “le sue condizioni di salute erano tali da determinare la contrarietà del regime inframurario al senso di umanità e alla finalità rieducativa della pena, valutata anche la sopravvenuta malattia psichica”. Il giudice della Cassazione ha invece ritenuto che emerge un “banale quadro patologico, compresa la sindrome depressiva, dopo l’intervento chirurgico a cui il detenuto è stato sottoposto”. Si profila quindi, secondo la relazione sanitaria, la compatibilità con l’attuale regime detentivo dato anche “l’elevato livello di persistente pericolosità sociale di Mazzara che osta, secondo il ponderato avviso reso dal Tribunale, alla collocazione del medesimo in ambito extramurario”. Quindi per il giudice della Cassazione il ricordo è inammissibile e Mazzara è stato anche condannato al pagamento delle spese giudiziarie. Dovrà infatti pagare tremila euro in favore della Cassa delle ammende. In poche parole nonostante l’intervento chirurgico e nonostante la depressione il boss dei Casalesi può restare in carcere e deve scontare la propria pena inflitta dal giudice. 

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