Si spacciavano per affiliati al clan dei Casalesi per recuperare soldi prestati ad usura: due arresti. Seviziarono con un taglierino imprenditore del modenese
Caserta - I carabinieri di Caserta hanno sottoposto a fermo nella provincia di Modena tre persone che, spacciandosi per affiliati al clan dei Casalesi, nell'agosto del 2013 si sono presentati incappucciati a casa di un imprenditore modenese in...
I carabinieri di Caserta hanno sottoposto a fermo nella provincia di Modena tre persone che, spacciandosi per affiliati al clan dei Casalesi, nell'agosto del 2013 si sono presentati incappucciati a casa di un imprenditore modenese in difficoltà a cui avevano prestato 25 mila euro. Per costringerlo a saldare il debito, concesso con tassi usurai del 30 per cento al mese, lo hanno sequestrato e seviziato tagliuzzandogli la schiena con un taglierino. Non solo, da quel momento erano iniziate le minacce nei confronti della vittima, senza risparmiare i suoi parenti più stretti, come il padre, la moglie i figli e la sorella: "Se parli e denunci, non pensare che loro (il clan dei Casalesi, ndr) non prendano i soldi e basta. Un modo lo trovano sempre e comunque. Se ti uccidono o ti suicidi, i soldi li prendiamo comunque da tuo padre, tua madre, tua moglie. Tanto sappiamo dove abitano...".
I tre fermati, uno è nato a Foggia e l'altro a Crotone, sono tutti residenti nel mantovano. L'imprenditore era riuscito a pagare solo tre rate (7500 euro) e altre somme di denaro - tra l'ottobre del 2013 e il marzo di quest'anno - in parte in contanti (per 4 mila euro) e in parte con ricariche Sisal Post Pay (in varie tranche per poco meno di 3 mila euro).
L'imprenditore, che aveva anche denunciato i fatti, preso dallo sconforto, stava anche pensando al suicidio. Le forze dell'ordine, su disposizione della Procura Antimafia, lo hanno quindi prelevato e messo al sicuro. I tre fermati sono accusati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (pm Cesare Sirignano) di usura ed estorsione.