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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Prende 98 alla maturità ma è stata penalizzata: i giudici danno ragione ad una studentessa

Il bonus non assegnato secondo i criteri fissati dalla stessa commissione d'esame

Nonostante il voto lusinghiero di 98/100 conseguito alla maturità non si è accontentata ed ha impugnato il verdetto per veder riconoscere il giusto valore al proprio percorso di studi.

Protagonista della vicenda una studentessa del liceo Giannone di Caserta alla quale il Tar ha dato ragione annullando i provvedimenti della commissione d'esame che adesso dovrà rideterminarsi sulla valutazione finale. La studentessa - rappresentata in giudizio dall'avvocato Renato Labriola - ha impugnato il voto d'esame ritenendo ingiusti i soli due punti riconosciuti dalla commissione come "bonus maturità".

La candidata, infatti, è stata ammessa alla maturità - svolta nel 2022 - con un credito scolastico di 48 punti a cui andavano aggiunti ulteriori 48 punti ottenuti alle prove d'esame (23/25 agli scritti e 25/25 all'orale). Un totale di 96 a cui la commissione ha 'aggiunto' inspiegabilmente solo 2 punti 'bonus'. Una decisione che per il Tar non sarebbe stata validamente motivata dalla commissione che nel fissare i criteri per l'attribuzione dei punti aggiuntivi aveva determinato "l'assegnazione di 5 punti ai candidati che abbiano totalizzato un punteggio finale d’esame da 95 in poi".

"Nei verbali prodotti, pur risultando individuati, in via preliminare, i criteri di attribuzione del punteggio integrativo, le relative deliberazioni non appaiono motivate – come anche richiesto in maniera specifica dalla citata ordinanza ministeriale e dalla stessa sottocommissione di esame - si legge nel verdetto del Tar - Né la motivazione specifica del punteggio attribuito alla ricorrente si desume da una predeterminazione di valori (ad es. una griglia) nell’ambito della quale il valore numerico è associato ad uno dei criteri precedentemente individuati; non è dato comprendere, quindi, quale degli indicatori individuati dalla sottocommissione non sia stato raggiunto, risultando tale deficit motivazionale ancora più evidente se rapportato ai risultati brillanti conseguiti dall’alunna non solo nel corso dell’anno scolastico ma anche durante le stesse prove di esame".

Di qui l'accoglimento del ricorso con l'annullamento dei verbali della commissione d'esame che ora, dopo oltre un anno, dovrà rideterminare (o motivare adeguatamente) la propria decisione. 

renato labriola-3

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