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Sabato, 27 Aprile 2024
Ambiente

Terreni inquinati, Wwf: 'Puntare sul No Food'

Napoli - Dopo la scoperta dei peschi sui terreni inquinati dai rifiuti tossici a Giugliano in Campania cos'altro dobbiamo scoprire prima di correre davvero ai ripari ???E' assurdo che si continui a coltivare sui terreni inquinati dallo sversamento...

Dopo la scoperta dei peschi sui terreni inquinati dai rifiuti tossici a Giugliano in Campania cos'altro dobbiamo scoprire prima di correre davvero ai ripari ???E' assurdo che si continui a coltivare sui terreni inquinati dallo sversamento dei rifiuti pericolosi a Giugliano in Campania e nell'agro aversano - commenta Ornella Capezzuto, Presidente del WWF Campania - , ricchi di metalli pesanti, idrocarburi, diossine, furani e tante altre sostanze molto pericolose per la salute dell'essere umano e dell'ambiente.
Il WWF rilancia la proposta del NO FOOD !!!In altre parole, per favorire anche un inizio di bonifica dei suoli inquinati, si potrebbero convertire le coltivazioni di questi territori, non più destinate all'alimentazione umana ma con destinazione diversa, garantendo, al contempo, lo sviluppo agricolo ed economico.
Tanto per fare qualche esempio: è ben noto alla comunità scientifica - aggiunge Alessandro Gatto, biologo e referente volontario del settore rifiuti del WWF Campania - il meccanismo della FITOESTRAZIONE, attraverso l'utilizzo di specie botaniche adatte a questo scopo. L'elenco delle piante da utilizzare sarebbe davvero molto lungo, ci limitiamo, in questa sede, a citare l'impiego della colza per la produzione di biomasse o biodisel, dei girasole per lo stesso utilizzo, del mais per la produzione di plastica biodegradabile, di pioppi (il territorio è adattissimo per questa specie botanica) per l'utilizzo del legno in vari impieghi industriali e poi ancora il lino, la canapa, il cotone, e così via dicendo. In questo modo si potrebbe riuscire ad ottenere un inizio di bonifica (l'estrazione completa di tutti gli inquinanti immessi nel territorio dell'aversano e del giuglianese sarà davvero dificile attuarla ma in questo modo si potrebbe davvero fare due cose utili: continuità allo sviluppo agricolo e parziale bonifica a costi davvero contenuti).
Ovviamente tale proposta deve essere concretamente supportata dalle associazioni di categoria del mondo agricolo. In passato qualche sigla del mondo agricolo ha anche appoggiato l'idea e pare che qualche timido tentativo sperimentale di coltivazioni no food siano anche state effettuate. Ora si chiede che tutti i siti già caratterizzati come inquinati e quindi pericolosi per le coltivazioni destinate all'alimentazione umana vengano rapidamente convertiti in coltivazioni cosiddette "NO FOOD". Il tutto, ovviamente, sotto lo strettissimo controllo di organi statali che possano scongiurare speculazioni di ogni tipo e lasciando che siano interessati solo ed esclusivamente i territori realmente inquinati e già "caratterizzati" sotto il profilo tecnico-scientifico da avviare a bonifica.
Che dalle parole si passi ai fatti ed anche in fretta perchè sono passati troppi anni da quando si è scoperto il fenomeno dell'inquinamento da rifiuti tossici di questa particolare area della Campania e non si è mai attuato un serio e completo piano di bonifica del territorio.

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