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Eterologa, Regioni potrebbero prevedere forme di rimborso ticket di 1000 euro

(Roma) Il Gruppo di lavoro costituito dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per esaminare le eventuali proposte di intervento per dare attuazione alla sentenza della Consulta che ha dichiarato l'incostituzionalità del divieto di fecondazione...

(Roma) Il Gruppo di lavoro costituito dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per esaminare le eventuali proposte di intervento per dare attuazione alla sentenza della Consulta che ha dichiarato l'incostituzionalità del divieto di fecondazione eterologa, ha completato i suoi lavori.
L'apporto di tutti i componenti del Gruppo, composto dai maggiori esperti della materia (giuristi, docenti universitari in materie scientifiche e rappresentanti dei centri PMA sia privati che pubblici) è stato molto costruttivo e ha permesso di individuare soluzioni condivise per l'elaborazione di una proposta normativa.
Gli Uffici del Ministero stanno pertanto facendo la sintesi dei risultati del Gruppo di lavoro che verranno resi noti nei prossimi giorni al Ministro. Tali risultati, come già annunciato dal Ministro, potranno anche sfociare in un intervento legislativo urgente che il Ministro Lorenzin potrebbe proporre in uno dei prossimi Consigli dei Ministri.
Per l'eterologa le Regioni potrebbero prevedere forme di rimborso analoghe a quelle oggi previste per la donazione di sangue o midollo. E' questa, secondo indiscrezioni, una delle indicazioni proposte dal gruppo di esperti nominato dal ministero della Salute, in vista delle linee guida sull'eterologa. Forme di "rimborsabilità" per incentivare l'atto della donazione di gameti o ovociti, che potranno eventualmente tradursi in uno "sconto" al ticket pari a circa 1000 euro.
L'Associazione Luca Coscioni spiega: "La decisione del ministro di aspettare linee-guida e passaggi in Parlamento per partire con la fecondazione eterologa può prestare il fianco alla critica di voler normare qualcosa per cui le norme già esistono.Il rischio sarebbe quello di avviarsi su un percorso scandito da una successione di sentenze che potrebbero poismontare pezzo per pezzo ciò che in fase di attuazione è stato modificato, o forzato, a partire dalle leggi esistenti. Un percorso già visto proprio con la legge 40. Detto questo, non si può non concedere che quello del ministro possa essere invece un legittimo esercizio di prudenza. Non è un mistero, per esempio, che recenti casi di cronaca, come quello dello scambio di embrioni all`ospedale Pertini di Roma, abbiamo minato la fiducia dei cittadini nei confronti delle procedure di fecondazione assistita. E i medesimi casi di cronaca hanno presentato problematiche inedite, che possono e devono essere risolte in base alle norme vigenti, ma che sono anche cariche di aspetti giudicati da diversi osservatori meritevoli di una discussione ad hoc per il futuro.
Casi e problematiche, questi, che rendono anche cogente la responsabilità , e quindi il diritto-dovere, delle istituzioni di stabilire in modo inequivocabile criteri di qualità e sicurezza che devono essere garantiti dai centri autorizzati alla fecondazione assistita, a maggior ragione ora che anche quella eterologa è possibile. Una discussione volta a evitare incertezze su questi aspetti sembra dunque giustificata. Anche per non far correre a chi vorrà accedere alla fecondazione eterologa in Italia, i rischi che sono stati invece costretti ad affrontare coloro che, per praticarla, si sono dovuti recare in alcuni Paesi dove pretendere sicurezza e qualità sarebbestato certamente più difficile".

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