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Duo jazz Urciuolo e Cerando allAntico Palazzo

Aversa - Si svolgerà giovedì, alle ore 21,00, presso il Caffè letterario Antico Palazzo di Aversa, il concerto jazz “In Movimento”, del duo Luca Urciuolo (pianoforte) e Raffaele Cerando (vibrafono).L’esibizione, dal vivo, raccoglie undici brani...

Si svolgerà giovedì, alle ore 21,00, presso il Caffè letterario Antico Palazzo di Aversa, il concerto jazz “In Movimento”, del duo Luca Urciuolo (pianoforte) e Raffaele Cerando (vibrafono).
L’esibizione, dal vivo, raccoglie undici brani tra standards jazz dalle suggestioni e riferimenti europei, e composizioni contemporanee di Astor Piazzolla.
Un punto di vista ma anche un rimando culturale partendo dall’Europa, dall’Italia, dal sud Italia, quest’ultima fonte di melodie, ritmo e danze, che arricchiscono buona parte della letteratura musicale razionale e di improvvisazione delle Americhe. Quindi l’esigenza di un atteggiamento naturale e “sincero” nell’affrontare temi e improvvisazioni di tali scritture, concepite come opere distinte cioè che raccontano essenze diverse in movimento. Al termine del concerto gli intervenuti si fermeranno all’Antico Palazzo per gustare le prelibatezze culinarie dello chef Alessio Galati, guidato dalla sapiente regia del responsabile della cucina Antonio Leccia.

Luca Urciuolo nasce a Napoli il 17 Luglio 1972; sin dalla prima infanzia mostra una spiccata sensorialità verso l’arte dei suoni. La scoperta delle sue doti, che viene attestata da suo padre (cantante, batterista e attore di teatro), lo portano ad avvicinarsi alla sua vera vocazione di compositore. Le prime melodie sorgono spontanee dall’amicizia con i suoi primi “giocattoli” che diventano i suoi migliori amici: la pianola di nonna e successivamente il suo primo pianoforte.
Nel 1988 sperimenta la polifonia del coro e l’orchestrazione nei suoi primi arrangiamenti di musica per teatro commissionategli dalle piccole compagnie teatrali. L’approccio sentitamente personale nell’interpretazione della partitura lo portano a dirigere l’orchestra in un modo del tutto nuovo scavalcando la fredda metodicità istituzionale della musica “colta”. La rivelazione del suo talento mostra agli astanti la consapevolezza di trovarsi dinanzi ad un ragazzo che ha superato la convenzionale etichetta di enfant prodige posizionandolo direttamente nel mondo dei grandi, ma soprattutto nel linguaggio universale della MUSICA.
Nel 1993 fonda con i suoi amici il quartetto Neroitalia: Vito Ranucci (sax), Francesco Motta (percussioni) e Mauro Smith (batteria). La collaborazione diventa sinonimo di innovazione, le quattro personalità diverse si fondono in un nuovo stile musicale contaminato dalle più disparate influenze. Nascono così “Il suono delle radici” (1995, distribuito dalla W&W, Italia) e “Distanze” (1998, distribuito da Harmonia Mundi, Francia) e numerose tournées nei maggiori teatri e festival in Spagna, Francia e Italia.
Nel 1997 rispolvera la musica popolare della tradizione mediterranea attraverso il contatto e l’espressione di un nuovo strumento: la fisarmonica.
Partecipa al progetto “Le tarantelle del Gargano” di Pino De Vittorio, del quale diventa arrangiatore e fisarmonicista nelle numerose tournées nei maggiori teatri e festival in Spagna, Francia e Italia.
Nel 1999 entra a far parte dell’ensamble degli Osanna. L’incontro porta alla produzione del cd “Taka Boom” e ai concerti al “Neapolis Rock Festival” (insieme alla P.F.M. e “Jethro Tull”) e in tutt’Italia. Nello stesso anno suona anche in uno storico concerto del Banco del Mutuo Soccorso a Marino, Roma.
L’esperienza di palco unita all’emozione della musica dal vivo nel puro sentire dell’improvvisazione riportano l’artista verso una dimensione più intima che lo riconduce alle sue radici: nasce l’esigenza di una sonorità più “vera”… toccando le corde dell’anima ritorna a pizzicare quelle del pianoforte acustico.
Incontra l’ex Neroitalia Mauro Smith e crea una nuova collaborazione artistica che si espleta nel duo cameristico mediterraneo, pianoforte e batteria, Urciuolo-Smith. L’elemento improvvisativo, inteso come costante variazione ritmico-melodica, ha come riferimento storico-culturale la musica europea e mediterranea.
Nel 2001, Urciulo-Smith Duo realizza la registrazione in studio del disco “La danza di Uaio il pesce” (pubblicato nel 2005 dall’etichetta discografica Itinera) presentato in occasione dell’apertura del concerto del “Wayne Shorter Quartet” al “Summer Festival” di Salerno.
Nel 2002 il concerto è eseguito in diretta radiofonica RAI a Radiotre Suite e nel 2003 al Pomigliano Jazz Festival. Ulteriori concerti all’ Alexander Platz a Roma, Lennie Tristano ad Aversa, “Over Jazz” a Salerno e reading musicali con Dan Fante, Tiziano Scarpa, Michele Serio suscitano l’interesse degli astanti per il Duo sperimentale. L’estensione della progettualità artistica viene espressa in nuove possibilità creative e sonore: il Duo fonda il progetto USe. La musica elettronica è collante tra suono ed immagine: USe diventa la prima colonna sonora elettronica del cortometraggio e delle cinque sezioni di fotografie de “La città eccentrica”.
Nel 2001 Luca Urciuolo compone la colonna sonora dell’opera teatrale “Rêverie du Macbeth”, per la regia di Nadia Baldi e la direzione artistica di Ruggiero Cappuccio.
Ulteriori collaborazioni musicali vedono il compositore, arrangiatore, fisarmonicista, pianista mostrare la sua naturale versatilità nei diversi generi musicali nei quali si esprime. E’ il momento di Alan Wurzburger, nel disco “Amour Amer” e dei Neofonia Ensemble, con cui registra il disco “Concierto para quinteto” musiche di Astor Piazzolla, con l’etichetta Stradivarius, recensito in Spagna come miglior disco su Piazzolla degli ultimi anni, e con i quali ha suonato in numerosi concerti in Italia e all’estero.
Nel 2002 realizza una nuova colonna sonora elettronica dell’opera multimediale “Urban2 Caserta”, presentata a Londra alla Comunità Europea.
Nel 2003 compone la colonna sonora del cortometraggio di Massimo Maglietta sullo scultore Lello Esposito (presentato alla serata di gala del “Premio Troisi” edizione 2003) e la colonna sonora dell’opera multimediale “Reti materiali” presentata all’anteprima della “Quadriennale d’arte contemporanea” al Palazzo Reale di Napoli.
Dal 2005 collabora con Peppe Barra.
Nel 2006 “… Come la lava, il mare.”, il disco solo piano, il ritratto di un’esperienza acustica ed “orchestrale” canalizzata nei percorsi ritmico-melodici delle composizioni, dove il tocco delle dita è l’unico mezzo dell’esecutore per accompagnare l’ascoltatore nel suo viaggio tra Acqua e Fuoco!

Raffaele Cerando è un virtuoso della musica e uno dei più bravi suonatori del vibrafono, uno strumento musicale a percussione della famiglia degli idiofoni a suono determinato. Esso è composto da lamelle in metallo che ne costituiscono i tasti, percossi da battenti con la testa in gomma o feltro. Il vibrafono fu inventato negli Stati Uniti nel 1921. Il suono di ogni tasto viene amplificato da un tubo metallico di lunghezza opportuna posto al di sotto del tasto stesso, chiamato anche risuonatore tubolare o canna di risonanza. Un'elica posta in cima ad ogni tubo viene fatta ruotare tramite un motore elettrico a velocità controllabile. Questo congegno varia l'intensità del suono emesso in relazione alla velocità del motore, generando l'effetto vibrato. Un pedale di smorzamento simile a quello presente sul pianoforte consente all'esecutore di intervenire sulla lunghezza della nota prodotta. Il suono caldo di questo strumento lo rende molto adatto alla musica jazz. I vibrafoni tradizionali hanno un'estensione di tre ottave, ma esistono modelli con estensione di quattro ottave. Il vibrafono ha molte caratteristiche comuni con lo xilofono, nel quale i tasti sono però in legno ma senza amplificazione e con la marimba che ha sempre i tasti in legno, ma nella parte inferiore si trovano delle zucche svuotate che hanno il compito di amplificare il suono.
Oltre che nel jazz e nella musica leggera, il vibrafono ha avuto larga diffusione anche nella musica del Novecento e contemporanea. Tra i primi grandi compositori a farne uso in orchestra, Alban Berg nell'opera Lulu e, in Italia, Luigi Dallapiccola nei Canti di prigionia e Alfredo Casella nella Missa solemnis pro pace.

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