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Una tenera testimonianza di fede

Agropoli - Relatori Don Bruno Lancuba, lo storico meridionalista Domenico Chieffallo, l'archeologo Nino Capano, l'assessore Franco Crispino ed il consigliere Mario Pesca del comune di Agropoli e il presidente del Centro Sociale, Catello Nastro...

Relatori Don Bruno Lancuba, lo storico meridionalista Domenico Chieffallo, l'archeologo Nino Capano, l'assessore Franco Crispino ed il consigliere Mario Pesca del comune di Agropoli e il presidente del Centro Sociale, Catello Nastro. Edito dalla Sirio edizioni, è stato presentato il libro di Antonio Infante sulla Chiesa della Madonna delle Grazie, di Agropoli, sabato 7 novembre 2009. Naturalmente la fede e qualche larvato cenno sulla vicenda dell'abolizione del Crocifisso nelle scuole ha fatto da protagonista all'ora occupata dai relatori prima della Santa Messa delle ore 18. Lungi dal fare una dissertazione sulle origini del culto della Madonna delle Grazie ad Agropoli, con ampia prolusione ed interessanti richiami storico bibliografici, ha ricevuto un notevole plauso il semplice intervento di Catello Nastro. Ma più che un intervento si è trattato di una tenera testimonianza, portata avanti con parole semplici e con voce incerta per l'emozione. " Circa sessanta anni fa un bambino di dieci anni, sparuto ed emozionato, varcava la soglia della Parrocchia. Da poco, con la famiglia, - ha esordito il settuagenario - era immigrato proveniente da un paese dell'hinterland napoletano. Da allora questo bambino trovò la seconda casa. Frequentò spesso la chiesa e si abituò a frequentare la vicina sala parrocchiale. Nel 1958, quando frequentava il Ginnasio "abbascio 'a marina", allora Preside Graziussi, presentò uno spettacolo chiamato "Il Pettegoliere" sulla parodia del Musichiere del compianto Mario Riva, proprio nella sala parrocchiale della Madonna delle Grazie. Oramai giovanotto di giorno lavorava nel caseificio paterno e di notte studiava. Dopo la laurea andò ad insegnare in Piemonte dove aiutò molti compaesani in una città che ancora faticava ad aprire alla parità coi meridionali. Tornato ad Agropoli, entrato a far parte come anziano del Centro Sociale cittadino che dista meno di cento metri dalla Chiesa della Madonna delle Grazie si sforza di aiutare i suoi coetanei in una società che spesso li emargina e poco li gradisce in casa. L'esperienza che egli ha fatto in Piemonte gli è servita. Il 5 novembre del 1987, presenta al comune di Agropoli un progetto per la realizzazione di un Centro Sociale per anziani, che vedrà la luce dopo pochi anni. E li' loro trovano la seconda casa, come sessanta anni fa egli la trovò nella chiesa della Madonna delle Grazie e di poi nella vicina Sala Parrocchiale. Questa opera di volontariato, talvolta anche oneroso per un pensionato dello stato, anziano e mezzo acciaccato, ma ancora testardo e cocciuto, viene ripagata con l'amicizia di tante persone che riescono a socializzare grazie anche alla loro Fede ed al loro senso dell'amicizia, caratteristica del popolo cilentano che apre a tutti, senza distinzione di razza o di religione, di provenienza o di fede politica. L'esempio di Giovanni Paolo II°, di Padre Pio, di Padre Giacomo, di Alberto Grippa, di don Bruno, di Tanino Taddeo, di Giuseppe Di Lucia, trova eredi. E questi eredi hanno avuto il piacere di avere la parte più ricca dell'eredità morale: la Fede cristiana e l'amore in Dio e negli uomini. In un mondo dove tutti siamo uguali, senza distinzione di colore delle pelle, di credo politico, di fede religiosa."

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