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Economia

Salario minimo, Confesercenti: "Tagliare costi per aumentare buste paga"

La proposta della leader nazionale De Luise al tavolo di Caserta. Sull'imprenditoria femminile: "Si pensa che alcuni servizi siano ancora demandati alla donna. Serve sistema welfare vero"

"Il problema non è il reddito di cittadinanza o il salario minimo ma la burocrazia che frena le imprese e la necessità di un taglio del cuneo fiscale per aumentare le buste paga". Così la presidente nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise nel corso del convegno svolto a San Leucio promosso da Confesercenti Caserta e Smart Job sul tema delle politiche attive ed ammortizzatori sociali: un sistema integrato per il lavoro.

Una mattina intensa di dibattito, nella splendida cornice del Belvedere di San Leucio, iniziata con i saluti  istituzionali del Presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta Giorgio Magliocca, del sindaco di Caserta Carlo Marino, il presidente della Camera di Commercio locale Tommaso De Simone, del Presidente della Confesercenti provinciale Salvatore Petrella, l’amministratore unico di SmartJob SpA Giuseppe di Donato, del Presidente dell’ordine dei Commercialisti di Caserta Pietro Raucci. L’evento, moderato dal giornalista Alessio Gallicola, è poi proseguito con le relazioni dell’onorevole Giovanni Mensorio, Presidente III Commissione Lavoro Regione Campania, di Gianfranco Ginolfi, Presidente Ordine Consulenti del Lavoro Caserta, e della Dottoressa Fabiana Leone, Branch manager Smart Job SpA Caserta. A chiudere i lavori, la Presidente nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise, arrivata a Caserta per l’occasione.  "La pandemia - ha dichiarato De Luise - ci ha fatto capire l'importanza di avere un'impresa di prossimità nei nostri quartieri e nelle nostre strade. Il nostro compito è tenerlo a mente perchè sono i consumi interni che ruotano intorno alle imprese di prossimità a fare il Pil del Paese. Anche per fare impresa di prossimità serve competenza. Non ci si può improvvisare. E' sbagliato e pericoloso far credere che se non si trova lavoro basta aprire una partita iva e fare impresa".

Poi De Luise ha parlato dei problemi, dalla carenza di personale alla questione salario minimo e passando per le problematiche del lavoro femminile. "Il problema non è il reddito di cittadinanza - ha esordito - Per i due terzi è finito a persone che non sono occupabili. Il problema è la burocrazia che continua ad essere un freno. Durante il lockdown molti dipendenti sono finiti in cassa integrazione ma il problema è che queste persone hanno visto i soldi dopo mesi. Gli imprenditori che hanno potuto hanno anticipato ma non tutti hanno potuto. Molti dipendenti, così, hanno cambiato lavoro. Abbiamo bisogno di profili per ciascun settore. Serve lavorare sulla formazione dei dipendenti". 

Sul salario minimo, De Luise ha spiegato: "Si parla di salario minimo. Si dovrebbe invece promuovere la contrattazione ufficiale e cercare di arginare quella pirata. Senza dimenticare che il vero problema, quando si parla di salari, è certamente nel costo del lavoro. Un lavoratore costa ad un'azienda più del doppio del suo stipendio. Per aumentare le buste paga, la via maestra è tagliare il cuneo fiscale".

Sulla questione femminile, altro tema caldo sul fronte lavoro, De Luise ha chiarito: "Fin quando non mettiamo in atto un sistema welfare vero, con scuole, asili e servizi agli anziani sarà difficile. Il problema è che al 2022 si pensa che alcuni servizi possano essere demandati alla donna, con un risparmio per le casse dello stato. Io ho sempre lavorato ed ho cresciuto due figli ma solo perché potevo permettermelo. E' facile fare proposte sulla base delle esperienze personali ma si dovrebbe farlo comprendendo i bisogni di tutti". 

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