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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Concessioni demaniali marittime, si muovono i balneari

Caserta - I balneari sono ad un passo,dall'ottenere quanto da tempo vanno chiedendo: scongiurare leaste per le concessioni demaniali marittime, previste dal 1gennaio 2016, e vedersi prorogate le licenze per altri 30 anni.Un gruppo di senatori...

I balneari sono ad un passo,dall'ottenere quanto da tempo vanno chiedendo: scongiurare leaste per le concessioni demaniali marittime, previste dal 1gennaio 2016, e vedersi prorogate le licenze per altri 30 anni.Un gruppo di senatori appartenenti ad un ampio ventaglio didiverse forze politiche - tra le quali Pdl, Lega, Udc, Pri, Fli,Io sud ed altre - hanno infatti presentato un emendamento aldecreto Sviluppo, primo firmatario il capogruppo del Pdl alSenato, Maurizio Gasparri, che prevede la proroga delle attualiconcessioni balneari di 30 anni (la scadenza delle attualiconcessioni non avverrebbe quindi il 31 dicembre 2015 ma nel2045) e la revoca della delega al Governo per disciplinare lamateria.L'emendamento, dato l'ampio schieramento che lo hapresentato, potrebbe essere approvato."In Spagna è stato approvato un provvedimento che prevedeil prolungamento delle concessioni balneari addirittura di 75anni - spiega il senatore Massimo Baldini, tra i firmatari delemendamento - e che ha sanato tutti gli abusi edilizi, cosa chesarebbe impossibile in Italia, senza rincorrere in sanzioni daparte dell'Europa, anzi, ricevendone il plauso. Anche in Franciae in Portogallo ci sono alcune normative in contrasto con ladirettiva comunitaria: perché solo in Italia dovremmo condannarea morte un settore che conta quasi 30 mila imprese e oltre 300mila lavoratori? Secondo noi firmatari non c'é il pericolo chela Commissione europea, approvando questo emendamento, riapra laprocedura d'infrazione nei confronti dell'Italia". Un altroemendamento che viene incontro alle richieste dei balneari e'stato presentato anche da Felice Belisario, presidente deisenatori di IDV e David Favia, capogruppo di Italia dei Valoriin commissione Affari costituzionali alla Camera.Plaudono, ovviamente, i sindacati dei balneariSib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Cna-Balneatori eAassobalneari Italia-Confindustria, secondo quali l'iniziativadei senatori e' positiva perche' contribuisce ''a risolvere ilproblema delle aziende balneari la cui crescita e sviluppo sonoattualmente bloccati dal venire meno, in questalegislatura, di ogni certezza sulla durata dei titoli concessorinon accompagnata da adeguate norme di tutela delle stesseaziende".
Sul fronte opposto il ministro per gli Affari europei, EnzoMoavero oggi ha sottolineato che ''il Governo, e il ministroGnudi in prima linea, sono impegnati a trovare una soluzionecondivisa sulla vicenda Bolkestein". Il ministro ha invitatopero' a tenere presente ''che l'Europa non ci contesta solo laviolazione della direttiva, ma dell'intero Trattato e quindidobbiamo ragionare per cercare un punto di equilibrio checoniughi i legittimi interessi della categoria con il rispettodelle normative europee, che sono anche normative italiane".Proprio in questi giorni sarebbe dovuto andare in Consigliodei ministri il decreto del Governo sulle concessioni balnearimesso a punto dal ministro Gnudi che prevede che le concessionimarittime vadano a gara (le Regioni entro il 31 dicembre 2014dovrebbero definire i bandi) e che la durata sia non inferiore a6 anni e non superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiorea 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici. Undecreto, questo, decisamente avversato dagli operatori balnearii quali da tempo premono affinche' il Governo chieda all'Unioneeuropea una deroga alla direttiva servizi Bolkestein che dal2006 prevede l'evidenza pubblica per i servizi sui litorali ditutta Europa. Contro l'Italia, che non si e' ancora adeguataalla direttiva, l'Ue apri' una procedura d'infrazione nel 2008che lo scorso febbraio e' stata archiviata ma che - senzaadeguamenti - potrebbe essere riaperta. Si vedra' presto chi,tra Governo, Parlamento e balneari, riuscira' a spuntarla.Il settore e' formato da quasi 30 mila imprese in cuilavorano, con l'indotto, circa 300 mila persone.

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