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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

SPECIALE CONCORSO “LUCIA FERRARA”. “Pedro Nella Picchio e Lilli amici di piuma e pelle” di Giulio Maria Altiero

E' il primo classificato nella categoria “Fiabe”

Casertanews ha scelto di essere media-partner del concorso letterario intitolato alla memoria di Lucia Ferrara, una giovanissima ragazza di appena 17 anni, scomparsa troppo presto, che amava leggere. La sua passione è diventata una memoria che non dovrà più scomparire. E' stato così indetto un concorso dedicato ai ragazzi di età compresa tra i 10 e i 21 anni, che frequentano la scuola secondaria di primo grado, di secondo grado ed i primi anni di università. Di seguito vi proponiamo “Pedro Nella Picchio e Lilli amici di piuma e pelle” di Giulio Maria Altiero (15 anni), primo classificato nella categoria ‘Fiabe’ dedicata alla scuola secondaria di secondo grado.

PEDRO NELLA PICCHIO E LILLI AMICI DI PIUMA E PELLE

C’era una volta Nella, una mamma rondine in cerca di un luogo tranquillo dove costruire il suo nido. La primavera era alle porte e si stava avvicinando il tempo del parto e della cova. I piccini erano già nel pancino e facevano mille capriole divertendosi un mondo ad immaginare quanto azzurro fosse il cielo e quanto calde fossero le piume di mamma Nella. Erano smaniosi di uscire a conoscere il mondo. Papà Pedro, il rondinone, era eccitato per il lieto evento e non stava più nelle piume. Svolazzava tra i palazzi della metropoli alla ricerca di un cantuccio non troppo rumoroso e abbastanza riparato dove portare pagliuzze e rametti per il lettino dei piccini.

Un giorno mentre girovagava tra le nuvole gonfie di brina Pedro fu attirato dalle risate di una bambina che riempivano l’aria mattutina stranamente silenziosa. Si avvicinò alla villetta da cui uscivano le grasse risate e appoggiato sul balcone sbirciò nella finestra della cameretta. La bimbetta era bellissima, scura di pelle e con una montagna di ricci per capelli, soffici che sembravano una nuvola di zucchero filato color cioccolato, gli occhi neri e vispi che ti ci perdevi dentro per l’incanto, e una risata che scoppiava fragorosa riempiendo tutta la casa di allegria. Saltellava su una gambetta appoggiandosi ad un bastoncino nodoso imitando un fenicottero rosa che in TV raccoglieva pescetti in un laghetto pieno di ninfee”.

“Vedi Picchio come sono brava? Su una gamba sola saltello senza cadere !” esclamò. Pedro allungò lo sguardo e vide un lettino accanto alla porta. Era sdraiato Picchio, il piccino poteva avere circa tre anni, indossava un pigiamino di flanella azzurro con tanti coniglietti bianchi e saltava sul pancino della mamma stesa sul lettone che lo lanciava in alto e poi lo afferrava al volo. Ogni volta che Picchio volava, il ciuffo biondo si spettinava tutto e gli copriva i grandi occhi azzurri e quando ricadeva la sua boccuccia rossa schioccava un bacio bavoso alla mamma che lo aspettava a braccia aperte.

“Sono più bravo io Lilli, io voloooo ” rispose ridendo Picchio.

Pedro, incantato dalla scena, non si accorse di essere sbattuto contro il vetro della finestra attirando l’attenzione dei due bambini. Cadde a terra, si spezzò un’ala e svenne. Al risveglio si sentiva tutto dolorante ma percepiva il calore di una mano amica. Aprì gli occhietti spaventato, ma ben presto il suo cuoricino rallentò i battiti della paura e si perse nello sguardo di una mamma che accarezzandogli l’ala mostrava a Picchio e Lidia il rondinone ferito. Pieno di stupore per il nuovo arrivato, Picchio gli accarezzò dolcemente l’ala che ahimè si era spezzata. Una lacrima scivolò dagli occhi spaventati di Pedro, e il primo pensiero fu a Nella e ai piccini in attesa. “Devo tornare a casa, la mia Nella aspetta, e ora come faccio a un posto per costruire il nido?” Il tempo del parto era vicino ma lui era troppo dolorante e chiuse gli occhi e si addormentò sereno nel palmo della soffice mano.

“Mamma e ora che facciamo ?” disse Lilli.

“E’ morto?” chiese Picchio.

La mamma rassicurò i bambini e preparò un giaciglio per la rondine ferita. Picchio svuotò una scatola di scarpe e Lilli prese dal cassetto del comò il suo foulard preferito e riempì la scatola di ovatta che ricoprì con il fazzoletto. La mamma prese una ciotolina con l’acqua e in giardino raccolsero qualche vermetto per cibare il piccolo paziente. Si fece sera e il campanello della casa squillò. “ E’ arrivato papà, aprite la porta ” si senti esclamare dalla cucina. I due piccini corsero ad aprire e appena entrato, spinsero l’uomo nella cameretta per presentargli il nuovo ospite. Ancora con il giubbotto in dosso, il papà prese la stecca di un gelato e fasciò l’ala rotta con una garza intorno alla stecca. “Se volete aiutarlo a guarire non toccate l’ala e aiutatelo a mangiare ” raccomandò il padre ai bambini.

A turno i due bambini lo curarono con amore. Aveva il suo giaciglio e la sua acqua, Picchio gli infilava nel becco qualche mollichina per cibo mentre Lilli scorrazzava per la stanzetta con gridolini di gioia ogni volta che Pedro cinguettava. Presto la rondine si riprese. Ormai nel pieno delle forze era pronto a spiccare il volo del ritorno e tentava di far capire all’amorevole famigliola che voleva uscire, voleva tornare la Nella che immaginava preoccupata e ansiosa per la sua così prolungata assenza. Una mattina la mamma si accomodò sul lettino e invitò i bambini a sedersi accanto a lei. “ Piccoli tesori miei ” cominciò a parlare. “ Voi siete contenti perché siete insieme a mamma e papà, protetti e amati ” disse. “ Ecco immaginate di essere soli in una casa con persone sconosciute e un braccio rotto, poi guarite e sentite forte il desiderio di tornare a casa .” Disse loro. “ Questa rondine sta soffrendo per la mancanza della sua amata famiglia, che lo starà aspettando e sarà preoccupata per lui ” Gli occhi di Picchio si riempirono di lacrime “ No !” esclamò il bambino “ Non possiamo lasciarlo andare, potrebbe farsi male di nuovo. E allora chi lo aiuterebbe a guarire? ” Lilli invece comprese il messaggio e appoggiata la mano sulla spalla del fratellino gli disse “ Picchio, non possiamo essere egoisti! Dobbiamo insegnargli a volare, deve tornare a casa altrimenti morirà di melanconia ” La mamma si sentì stringere il cuore, quelle parole erano sagge e confortanti ma l’affetto che provavano per il loro nuovo amico e il pensiero di non rivederlo più erano strazianti. il bimbo allora disse “ Si è vero non possiamo tenerlo prigioniero, perché sicuramente qualcuno che lo ama si starà disperando per lui, lo starà cercando per mari e monti e noi lo teniamo chiuso qui dentro, mamma fallo volare ”. A quelle parole Pedro cominciò a svolazzare per la stanza in cerca di uno spiraglio di vento che gli indicasse la libertà. Lilli aprì la finestre e…Pedro sentì un soffio caldo sulle piume e “ Viaaaa torno a casa ” Picchio accompagnò con la mano il volo di Pedro fuori la finestra. Felice della libertà, il rondinone cominciò a disegnare mille cerchi nel cielo e a girare vorticosamente intorno al balcone. finchè gli occhi non si posarono su un angolino riparato del tetto. Ecco! Quello era il posto giusto per il suo nido. Freneticamente cominciò a costruire il riparo, il piccolo amico lo aiutava lasciando rametti di legno e pezzetti di carta sul davanzale. In un batter d’ali era pronto. Era bellissimo ma ora bisognava andare a prendere Nella per portarla nel nuovo nido. Un giorno la rondine volò via…

I bambini rimasero a lungo ad osservare il cielo pieno di nuvole gonfie sperando di veder Pedro ritornare, ansiosi che la pioggia in arrivo potesse bagnare le ali piumose e rischiare di farlo cadere di nuovo. Pedro non tornò. Era volato dalla sula cara piccola Nella e chissà se con il tempo non avrebbe dimenticato i due piccini che con tanto amore lo avevano coccolato. In una calda giornata primaverile Picchio fu svegliato da un cinguettio stridulo e insistente. “ Cip, Cip, Cip ” canticchiava Nella mentre Pedro picchiettava con il becco sul vetro della finestra della cameretta dei bambini. Lilli si stropicciò gli occhietti ancora assonnati con i pugni delle manine e vide svolazzare qualcosa fuori la finestra. Picchio corse ad aprirla per far entrare. ” PEDROOOO ” cominciò ad urlare scorazzando per tutta la casa felice. “ E’ tornato Pedro, mamma, papà è tornato da noi alzateviiii! ” continuava ad urlare e poi si affacciò al balcone. “Ooohhh! Lilliiiii, guarda che meraviglia!” Con lo sguardo puntato verso il nido, gli occhi rotearono velocemente confusi dalle sei boccucce che spuntavano dal caldo giaciglio costruito con tanta cura da Pedro. Stupefatto non era più in sé dalla gioia di ammirare il canto delle rondinelle appena nate. Mamma Nella proteggeva con e sue ali i piccoli e Pedro svolazzava con un vermetto nel becco che lanciava nella bocca dei voraci piumetti. Pedro era tornato con Nella e le uova si erano schiuse nel nido mentre i bambini dormivano ignari di tutto. La giornata trascorse tra le urla di gioia e i cinguettii festosi che la eccitante novità aveva scatenato in tutte e due le famigliole. Passò la primavera e i piccoli rondinini impararono a volare e a cercarsi il cibo da soli, ovviamente con un po’ di aiuto di Picchio e Lilli che trascorrevano le giornate a rifornire i piccoli di molliche di pane e dolcetti, a giocare con loro accarezzandoli e tenendoli sul palmo della mano. L’autunno arrivò. Era tempo di ripartire per i paesi caldi e Pedro decise di salutare Picchio. “ Ciao mio piccolo amico ” disse la rondine. “ Devo partire, lo stormo dei miei compagni ci aspetta, vedi ?” e invitò i bambini a guardare in cielo. Loro, alzato lo sguardo, rimasero in ammirazione dei volteggi che nel cielo azzurro centinaia di rondini. “ Torneremo in primavera ” disse la rondine “ E giocheremo ancora te lo prometto ”. Così spiccò il volo e dopo aver disegnato un enorme cuore nel cielo, volò via.

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