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Cronaca Recale

Boom di truffe agli anziani, il grido d'allarme del sindaco: "Servono più controlli"

Il primo cittadino lancia un appello anche alle forze dell'ordine: "Stateci vicino"

A Recale c'è stato un incremento pericoloso di truffe agli anziani, diventati oggi forse i più fragili anche a causa del distacco, causa Covid, da figli e nipoti. L’incremento dei casi, l’ultimo episodio risale a qualche girono fa, ha spinto il sindaco Raffaele Porfidia a lanciare un appello: "Con il metodo delle telefonate sono stati contattati nostri concittadini e chieste somme di denaro e altri beni per fronteggiare false problematiche", rivela. Porfidia ha allertato i carabinieri di Macerata Campania, città dove pure sono stati segnalati episodi simili. Truffe si sono registrate a Portico, a Marcianise, a San Felice, ad Alife, a Caserta.

Il modus operandi è sempre lo stesso: dopo aver recuperato sul web i numeri di telefono, nel ruolo di telefonisti, i truffatori si spacciano da carabinieri, poliziotti, avvocati o da amici di famiglia e recitano il solito copione: rappresentano un falso e grave incidente stradale, in cui è rimasto coinvolto un parente della vittima (di solito, un figlio o un nipote) e richiedono soldi o preziosi per evitare gravi conseguenze giudiziarie o di salute.

Un complice sul posto funge da esattore. I più "disinvolti", come è successo, ad esempio, a Calvi Risorta, bussano direttamente al citofono di casa e si presentano come rappresentanti delle forze dell’ordine o tecnici della compagnia elettrica. "La prima regola per difendersi – ricorda Porfidia – è essere diffidenti. Sempre. Non bisogna mai assecondare le richieste di denaro avanzate al telefono e non aprire mai la porta a chi non si conosce, per quanto persuasivo posso essere. Nel caso, chiedere il recapito dell’istituzione o della ditta che li manda per poter fare una verifica. Sentendosi in trappola, saranno i truffatori a scappare. Poi – conclude il sindaco di Recale –, tutti gli episodi sospetti, senza esitazioni, vanno segnalati al 112, al 113 o alla polizia municipale". 

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