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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Violenze in carcere, testimone chiave muore dopo due mesi di agonia

Marouane si era dato fuoco nella sua cella nel penitenziario di Pescara. Fu tra i reclusi vittime del pestaggio di Santa Maria Capua Vetere

Dopo un'agonia di quasi due mesi si è spento al Policlinico di Bari Fakhri Marouane, il detenuto che a fine maggio si era dato fuoco nella sua cella nel penitenziario di Pescara. Ne dà notizia il suo avvocato, Lucio Marziale. 

Marouane era tra i detenuti che il 6 aprile del 2020 fu vittima dei pestaggi avvenuti all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere e si era costituito parte civile nel maxi processo in corso all'aula bunker. Marouane avrebbe dovuto testimoniare al dibattimento, anche perché la sua vicenda era tra quelle ritenute più gravi dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Dai video delle violenze, dalle indagini e dalle prime fasi del processo (partito a novembre 2022), è emerso infatti come Marouane fosse stato tra i detenuti maggiormente “attenzionati” dagli agenti penitenziari responsabili dei pestaggi. In particolare dai video mostrati nelle scorse udienze, si vede che Marouane, durante i pestaggi, fu costretto a muoversi sulle ginocchia a piccoli passettini per raggiungere il suo posto nell’area socialità del carcere sammaritano; rimasto solo dopo che gli altri detenuti erano stati portati via, fu colpito con il manganello in testa, quindi fatto alzare e inginocchiare nuovamente ad altezza di un agente, e alla fine riportato in cella tra i poliziotti che continuavano a pestarlo.

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