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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Il ras ed il figlio incastrati da video e intercettazioni. "Lo hanno accoltellato…"

Giovanni preoccupato per l’uomo ferito da Raffaele. “Campa o muore?”

“Campa o muore?". Lo chiede Giovanni Capone, ritenuto il referente del clan Belforte nel Capoluogo, dopo il ferimento con un coltello di G.R., 41enne di Caserta, all'esterno di un supermercato di via Ruggiero al termine di una lite.

Passeggia nervosamente nel pronto soccorso dell'ospedale di via Tescione. Indossa pantaloncini azzurri ancora sporchi di sangue e beve nervosamente una bottiglietta d'acqua. Lo riferisce una testimone, giunta al Sant'Anna e San Sebastiano la sera del 22 settembre. Capone è preoccupato, tanto. A sferrare quelle coltellate che in quei concitati momenti potrebbero essere fatali è stato il figlio Raffaele, 27 anni, che rischia così di rovinarsi la vita se quell'uomo ferito non dovesse farcela. "Campa o muore", l'abisso giuridico tra la vita e la morte. Capone lo sa bene e cerca di coprire il giovane Raffaele, una carriera da modello prima e da 'agente' pubblicitario poi, fuggito dopo aver attinto il rivale al torace. Solo per un caso quei fendenti inferti per uccidere non sono andati a segno su organi vitali.

Per coprirlo Giovanni Capone mente. Anche lui è ferito ma minimizza. "Stavo riscaldando le cotolette preparate a mezzogiorno quando appoggiandomi vicino al piano cottura mi sono ferito con un coltello che porgeva sotto la pancia sulla gamba sinistra", dice ai carabinieri giunti in pronto soccorso. Mente, come lo fanno tutti del resto. Lo stesso fratello della vittima, anche lui ferito ad un braccio, riferisce di aver litigato con la fidanzata e tirato un pugno nel vetro di una macchina.

Un velo di omertà che accomuna tutti, vittime e carnefici, che i carabinieri hanno faticato e non poco a svelare. Le indagini sul posto, con le tracce di sangue nei pressi dell'abitazione dei Capone al parco "Santa Rosalia" di via Cappuccini; i frames delle immagini della videosorveglianza che mostrano come dopo l'aggressione subita i Capone non si siano limitati a mettere in fuga i fratelli rivali ma che li abbiano rincorsi, al fine di aggredirli a loro volta. Le testimonianze dei vicini.

E ancora. Le intercettazioni. E' il padre di G.R. che rivela ad un amico cosa sia accaduto. "E' successo la tarantella ieri sera con quello e gli ha dato tante coltellate". Raffaele? "Sì", non ha dubbi sull'identità dell'aggressore del figlio. Quel nome viene captato dai carabinieri che stanno ascoltando quella conversazione.

Ma ancora tanti sono i nodi da chiarire. In particolare il movente di quell'aggressione. Una sequenza criminale fatta di pestaggi, propositi di vendetta e coltellate. Sullo sfondo affari poco chiari, auto a noleggio ed anche una storia di gelosia e di camorra per il "passato criminale della famiglia Capone". Le indagini vanno avanti per far luce su questi aspetti ancora oscuri.

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