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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Casapesenna

Fortunato Zagaria racconta ai giudici i motivi della rottura con Zara

L'ex sindaco: "Voleva recuperare il comandante della municipale da me messo ai margini"

L'ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria spiega la rottura con il suo successore Giovanni Zara. L'ex primo cittadino ha raccontato la sua versione dei fatti nel corso del suo esame nel processo che lo vede imputato insieme al boss dei Casalesi Michele Zagaria ed un altro consigliere comunale, Luigi Amato.

IL DOPPIO MANDATO DI ZAGARIA

Zagaria ha ripercorso la propria storia politica, dalla prima sindacatura del 1998 alla riconferma nel 2003. "Venni eletto la prima volta con il 60% dei voti, la seconda con il 70%", ha spiegato ai giudici del collegio del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal giudice Francica, rispondendo alle domande del pm della Dda Giordano.

L'INCONTRO CON CORONELLA

Al termine della seconda consiliatura "nel 2008 il candidato sindaco doveva essere Antonio Magliulo in quanto Forza Italia era il partito di riferimento della coalizione di centrodestra di cui era espressione la nostra lista civica. Un uomo mite e benvoluto, supportato anche da consiglieri di altre posizioni politiche. Pochi giorni prima della presentazione delle liste, però, successo un fatto strano. Mi chiamò Gennaro Coronella e mi invitò ad una visita in una discarica, in quel periodo ne facevamo molte. Dopo, saliti in macchina, Coronella mi disse che Magliulo non voleva candidarsi più". Fu in quella circostanza che l'ex senatore rivelò al sindaco uscente "che gli avrebbe fatto piacere un mio sostegno alla candidatura di Giovanni Zara", già vicesindaco dello stesso Fortunato Zagaria.

Supporto che l'ex primo cittadino diede dopo aver sondato il terreno e convinto altri candidati consiglieri. "Andai casa per casa e riuscii a convincerli tutti". Le elezioni, essendosi presentata una sola lista, furono un plebiscito: Zara viene eletto con l'80% dei voti. Vicesindaco diventò lo stesso Fortunato Zagaria.

I MOTIVI DELLA ROTTURA

Zagaria già nella composizione della giunta si risentì del fatto che "Zara mi disse che voleva discontinuità con il passato ed io gli manifestai le mie perplessità". Ma il motivo di rottura fu determinato dal comandante della polizia municipale Saverio Diana, messo ai margini dallo stesso sindaco Zagaria. "Durante la mia consiliatura facemmo un concorso (interno nda) per la nomina di due vicecomandanti della polizia municipale. Zara, però, non procedeva con i decreti di nomina. La ragione che mi espose era perché voleva recuperare il comandante Saverio Diana, messo ai margini dalla mia amministrazione per colpa sua (del comandante nda) e del cui figlio Zara era amico".

Zagaria ha spiegato che "il comandante era stato sospeso per inefficienze in servizio per le quali ho fatto anche contestazioni che inviai in Procura". Il culmine dei comportamenti ritenuti negativi (per Zara si trattano di frizioni personali tra il sindaco ed il capo dei vigili urbani) fu raggiunto quando ci "fu una manifestazione con circa 500 bambini che dovevano uscire da scuola per recarsi all'area mercato. Chiesi alla municipale di garantire il servizio d'ordine. Ma quel giorno non mi sentivo tranquillo ed andai a verificare che tutto fosse a posto e trovai solo due vigili urbani in servizio".

Durante la breve sindacatura di Zara, invece, "seppi da due dipendenti comunali che Zara si era speso per dare più soldi di straordinario al comandante. Appresi la vicenda ma non lo dissi a Zara né denunciai la cosa". Tra agosto e settembre del 2008 "parlai con Coronella per lamentarmi di una situazione politica in comune diventata insostenibile". Nonostante il malcontento, determinato secondo Fortunato Zagaria dal mancato coinvolgimento dei consiglieri nell'attività amministrativa, "non mi dimisi perché si sarebbero dimessi tutti. Cosa che poi si è verificata qualche mese più tardi". Zara cadde nel 2009. Alle elezioni successive Fortunato Zagaria tornò ad essere sindaco.

I RAPPORTI CON IL BOSS MICHELE ZAGARIA

Infine Zagaria ha negato rapporti con il boss omonimo Michele Capastorta. "L'ho visto quanto lui era ai domiciliari - ha spiegato - Io andai a casa di una mia zia che abitava a circa 300 metri da lui e lo vidi", ma è stata negata la circostanza di un incontro. Circostanza differente per i suoi rapporti con Carmine Zagaria, fratello del capoclan.

"Mi incontrò una volta in un'occasione pubblica e si presentò e parlammo ma mai sotto la scala come si vuol far credere". Il processo è stato rinviato a giugno per il prosieguo dell'esame di Zagaria, con le domande da parte dei difensori di parte e quelle dei suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Stellato e Paolo Trofino, che oggi in aula hanno portato due trolley pieni di documenti che verranno sviscerati la prossima udienza.

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