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Cronaca Castel Volturno

Revocata la libertà vigilata all'imprenditore 'amico' del clan

Per i giudici D'Aniello non è più pericoloso: rescisso il legame con i Casalesi

Revoca della libertà vigilata per Michele D’ Aniello, 44enne di Casal di Principe residente a Castel Volturno, coinvolto nel processo Normandia che ha svelato l’interferenza del clan dei Casalesi negli appalti pubblici nei comuni di Piana Di Monte Verna, Casal di Principe e Pietravairano.

E’ quanto disposto dal Magistrato di Sorveglianza Oriana Iuliano del tribunale di Salerno dopo aver accolto l’istanza del difensore di D’Aniello, l’avvocato Ferdinando Letizia, ritenendo non più attuale la pericolosità sociale del 44enne casalese. Con sentenza della Corte di Appello di Napoli del 2017 Michele D’Aniello veniva condannato ad 8 anni di reclusione per i reati di associazione a delinquere e turbata libertà con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

L’inchiesta che vide coinvolto ‘l’amico del clan’ svelò l’operatività nel settore degli appalti pubblici del clan camorristico casalese, facente capo a Nicola Schiavone, classe '79, e della sua “pervasiva azione illecita, primariamente affidata a Nicola Schiavone, classe '78, sulla base di una vera e propria investitura da parte del preminente cugino, che alla fine del 2004 aveva trovato un accordo anche con l'ala dei sanciprianesi, facente capo a Antonio Iovine, ma nel settore operativamente rappresentata da Vincenzo Della Volpe.

Con specifico riguardo alla posizione di D'Aniello, vennero individuate le modalità della sua partecipazione ai reati contestati. Infatti D’Aniello consapevole del quadro associativo di riferimento, partecipò alle condotte illecite con la prospettiva di entrare nel turno dei possibili aggiudicatari, procurando mano a mano buste di appoggio, anche intestate a terzi, in relazione alle varie gare oggetto delle imputazioni. Ha comunque collaborato alla predisposizione delle offerte presentando anche un'offerta riferibile ad impresa del fratello, risultata poi aggiudicataria dando così un contributo per l'avvicinamento dei potenziali concorrenti, con la piena consapevolezza dell'azione intimidatoria che Nicola Schiavone, classe '78, avrebbe posto in essere, anche dando conto dell'evocativo cognome e della zona di provenienza. Nel 2017 fu destinatario della misura di sicurezza della libertà vigilata della durata di un anno.

All’accertamento dell’attualità della pericolosità sociale di D’ Aniello la stessa non è risultata più attuale in virtù anche della rescissione definitiva del vincolo di appartenenza con il clan dei Casalesi. Il supporto di un solido nucleo familiare, l’aver intrapreso un’ attività lavorativa con mansione di direttore operativo di cantiere presso un studio professionale di Salerno hanno fatto propendere l’Ufficio di Sorveglianza salernitano per la revoca della libertà vigilata nei confronti di Michele D’Aniello.

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