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Cronaca

Revocata libertà vigilata per fiancheggiatore del clan: "Pretesa punitiva ingiustificata"

Landolfi era stato condannato per un tentato omicidio del 2009. Oggi è libero e lontano dal contesto della criminalità organizzata

Revocata la misura della libertà vigilata nei confronti di Innocenzo Landolfi, casertano di 42 anni. Lo ha deciso il magistrato di sorveglianza Andreina Mazzariello del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha dichiarato cessata la pericolosità sociale del 42enne, difeso dall'avvocato Nello Sgambato, e disposto la revoca della misura di sicurezza.

Landolfi nel 2009 venne coinvolto in un tentativo di omicidio avvenuto a Casolla, frazione di Caserta. Secondo gli inquirenti della Dda, avrebbe fornito supporto logistico ai materiali esecutori del raid, avvenuto nell'ambito di una faida interna tra affiliati al clan Belforte per l'egemonia nel Capoluogo.

Il lungo lasso di tempo dai fatti contestati, la corretta condotta durante il periodo di applicazione della misura e l'assenza di contatti ulteriori con la criminalità organizzata sono alla base della decisione del magistrato.  Per il giudice, infatti, i fatti commessi sono legati ad un periodo "ormai superato della vita" di Landolfi che nel frattempo ha iniziato anche a lavorare lecitamente.

Un'eventuale proroga della misura - ad avviso del magistrato di sorveglianza - sarebbe "una ingiustificata limitazione della libertà personale" del 42enne che difficilmente "riuscirebbe a considerare come meritata siffatta ulteriore esplicazione della pretesa punitiva dello Stato". 

E ancora. Ad avviso del magistrato, Landolfi avrebbe "raggiunto un sufficiente grado di riadattamento alla vita sociale, per cui appare probabile che in futuro si asterrà dalla commissione di ulteriori reati". 

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