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Cronaca Castel Volturno

Trans ridotti in schiavitù e magia nera: il poliziotto svela i retroscena dell'indagine

Il commissario capo della mobile casertana ha riferito delle spedizioni punitive e delle macumbe per chi voleva uscire dal giro di prostituzione

La denuncia partita da chi aveva deciso di uscire dal ‘giro’ che da l’avvio alle indagini, il blitz negli appartamenti utilizzati per prostituirsi, le spedizioni punitive dalle ‘colleghe’ romane per chi si ribellava, le macumbe, i viaggi per ‘importare’ dal Brasile ‘nuove leve’. E’ quanto emerso dalle dichiarazioni rese dal commissario capo della polizia di stato nel processo ad 11 transgender brasiliani accusati di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, alla tratta di esseri umani, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di connazionali nonché di sfruttamento della prostituzione.

Le denunce di chi voleva uscire dal giro

Il poliziotto in servizio alla squadra mobile della questura di Caserta ha spiegato  dinanzi la Corte di Assisi  del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - presieduta da Roberto Donatiello con a latere Honorè Dessì - la genesi dell’indagine. “L’attività nasce a seguito di due denunce presentate al commissariato di Castel Volturno da un transessuale che svelava l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla prostituzione che sfruttava i transessuali del litorale e che faceva capo a Ricardo José Santos De Silva in arte Pamela. Abbiamo proceduto ai riscontri di quanto denunciato come la riscossione del lunedì operata presso due appartamenti in via Alessandria dove avveniva l’attività di prostituzione. La riscossione dei proventi dell’attività veniva effettuata da Pamela”. Il commissario poi ha riferito del blitz fatto negli appartamenti al civico 31bis in località Ischitella. “I due appartamenti erano posti sullo stesso pianerottolo, interno 12 e 14, uno di fronte all’altro. Erano arredati in modo scarno con soli letti ed armadi. Nell’irruzione trovammo sei imputate e la stessa Pamela. Nella borsa di Pamela trovammo 500 euro e in quelle delle fermate 150 euro a testa. Questo fatto ci fece pensare che si trattasse della riscossione del lunedì dei proventi illeciti del weekend. Pamela per giustificare la presenza delle imputate ci disse che si era tenuta la manifestazione di Miss Trans Campania solo che si era tenuta due giorni prima della nostra irruzione”.

Spedizioni punitive e macumbe per le 'figlie ribelli'

Il poliziotto ha poi riferito dei contatti che Pamela aveva con una imputata traduttrice presso il tribunale di Milano, Fatima, che offriva il nulla osta di ospitalità per i connazionali. Chi decideva di uscire dal giro veniva punito come nel caso dell’aggressione avvenute ai danni di due transgender denuncianti da parte di Pamela, Suzuki e da parte di alcuni trans brasiliani giunti da Roma per “punire le figlie di Pamela che volevano ribellarsi ai suoi ordini”. Anche le macumbe venivano utilizzate come punizioni. "Trovammo fuori casa di una delle denuncianti teste mozzate di statuette e cachi schiacciati", ha riferito il teste.

Il ruolo dei sodali tra viaggi, controlli, pagamenti e sex toys

Il commissario capo ha riferito anche di alcuni ruoli degli imputati come quello di Paula che era il braccio destro di Pamela nella gestione del sodalizio e dei controlli delle vittime e di Daniel, il factotum che a bordo di una Audi A3 station wagon accompagnava le prostitute ‘a lavoro’, si occupava dei pagamenti e prenotazioni dei voli dal Brasile nonchè dell’acquisto della biancheria intima e sex toys.

Si torna in aula nel mese di aprile per il controesame del teste di pg e le spontanee dichiarazioni di Pamela. Sono finiti sotto processo Ricardo José Santos De Silva in arte Pamela; Rafael Nunes Ds Conceicao in arte Tamara; Anderson Lima De Jesus; Julia Matos Machado; Paulo Rogiero Carneiri Da Silva in arte Elen; Louis Lazaro Barbosa in arte Marcela; Paulo Henrique Alves De Lims in arte Paula; Fatima Jussara Neve Benfica, Jonathas De Albuquerque in arte Luna Vodianova; Daniele D'Isanto in arte Daniel; Maniche Harley Landrioll in arte Suzuki. Nel luglio scorso sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Luca Dalla Ragione del tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Luigi Mussolino,Giovanni Varriale, Francesco Marino, Leonardo Tammaro, Salvatore Di Mezza, Rino Santoro, Marta Ceraldi, Nicola Ucciero, Elvira Rispoli, Alessandro Sacca, Francesco Marino, Daniele Verde, Enrico Segala, Amerigo Russo, Stefania Ghidella.

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