rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Nuove leve dei Bidognetti, l'agguato all'imprenditore svelato con le microspie in ospedale

I militari dell'Arma hanno raccontato le conversazioni della vittima con sua moglie. Nuove rivelazioni sull'arresto di Salvatore o spagnuol che cercò di scappare tramite una botola

“Qualcosa non ci ha convinti nella versione dell’imprenditore, non sembrava il racconto di una persona che era stato attinto da colpi di arma da fuoco, ci siamo insospettiti ed abbiamo messo delle ambientali nella camera dell’ospedale dove era ricoverato”. Sono le dichiarazioni rese dall’ufficiale dell’ Arma dei Carabinieri nel processo che si sta celebrando dinanzi alla Prima Sezione del Tribunale di Napoli Nord presieduta dal giudice Eleonora Pacchairini a carico di 7 persone coinvolte nella maxi operazione dei carabinieri del comando provinciale di Caserta sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi, in particolare delle fazioni Schiavone e Bidognetti.

Il militare ha riferito sulle confidenze captate tra l’imprenditore gambizzato e la moglie che ha permesso loro di risalire alle motivazioni dell’attentato, dell’esistenza dell’estorsione ed i soggetti coinvolti. “L'imprenditore gambizzato definiva Nicola Garofalo guappo di cartone; ha riferito sulle sollecitazioni di Angelo Zaccariello, titolare di un distributore di carburanti a San Marcellino, a fare qualche regalo a Garofalo ‘per il suo bene’, facendo intendere di comportarsi così per non correre rischi, la vittima rispondeva che non voleva dare nulla a Garofalo, di non temere nulla definendo Garofalo nu scem. Dai nostri riscontri siamo riusciti a capire la gambizzazione era opera di Nicola Garofalo, alias Lino Badoglio, in qualità di mandante e Angelo Zaccariello ne era l’esecutore materiale”.

I carabinieri quindi hanno accertato che si trattava di un regolamento di conti quello di 'Lino Badoglio’ con l'imprenditore aversano nel settore del pellame che ricevette il placet dei coniugi D’Angelo-Bidognetti perché “venisse messa la (loro) firma” su chi si rifiutava di pagare.

Nel corso dell’udienza è stato escusso un altro appartenente dell’Arma che ha riferito del blitz che portò all’arresto di Gabriele Salvatore alias o spagnuol dopo due mesi di latitanza, quando venne trovato in una abitazione dell’ Agro Aversano nella quale aveva ricavato una botola. Quando i militari fecero irruzione nell’appartamento Salvatore cercò di fuggire ma venne intercettato e ammanettato. Si torna in aula nel mese di febbraio.

Sono finiti sotto processo Angelo Zaccariello, Gabriele Salvatore alias o spagnuol, Ernesto Corvino, Giovanni Corvino, Giuseppe Spada o zingar, Biagio Francescone, Vincenzo Simonelli alias papele. Agli indagati oltre al reato associativo, sono stati contestati reati fine quali estorsioni in danno di numerosi operatori commerciali (al fine di piegarne la volontà, un imprenditore sarebbe stato attinto alle gambe da colpi d’arma da fuoco), traffico di sostanze stupefacenti e contestuale controllo dell’attività di cessione di droga realizzato da terzi soggetti, che sarebbero stati costretti a versare denaro a esponenti del clan per garantirsi la gestione delle piazze di spaccio secondo quanto ricostruito dai magistrati antimafia partenopei Maurizio Giordano, Graziella Arlomede, Vincenzo Ranieri, Fabrizio VanorioNel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Tammaro Diana, Ciro Della Torre, Domenico Della Gatta, Alfonso Quarto, Pasquale Diana, Umberto Costanzo, Claudio Sgambato, Cristian Aniello

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuove leve dei Bidognetti, l'agguato all'imprenditore svelato con le microspie in ospedale

CasertaNews è in caricamento