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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Trentola-Ducenta

Soldi in cambio di droga in carcere: il silenzio del testimone chiave salva l'agente sotto processo

Il detenuto si avvale della facoltà di non rispondere e non conferma le accuse. Spunta l'audio dell'interrogatorio ma il nome del poliziotto non viene fatto

L’unico che fa il suo nome si è avvalso della facoltà di non rispondere. Spunta la registrazione della conversazione in cui il nome dell’imputato non compare.

E’ quanto accaduto nel corso dell’udienza celebrata dinanzi alla Seconda Sezione Penale del tribunale di Napoli Nord presieduta dal giudice Giuseppe Cioffi nel processo a carico di un 32enne di Trentola Ducenta agente della polizia penitenziaria finito sotto processo per aver fornito droga e cellulari per i detenuti del carcere di Aversa.

Nell’aprile del 2020, in pieno lockdown, l’agente venne bloccato dai suoi colleghi dopo una complessa indagine coordinata dalla Procura di Napoli Nord. Il poliziotto, secondo quanto emerso, si era messo a disposizione di alcuni detenuti consentendo loro di avere accesso a telefoni cellulari e dosi di droga. E, per i suoi servigi, avrebbe intascato del denaro. All’agente vennero contestati i reati di corruzione, traffico di influenze illecite, rivelazione di segreto d’ufficio. Inoltre venne accusato anche di avere preso delle tangenti promettendo, in cambio, l’accesso al concorso per la polizia penitenziaria.

Nel corso del dibattimento è stata sentita la registrazione dell’interrogatorio di un detenuto che avrebbe indicato l’agente come colui che introduceva cellulari ed altro in carcere in cambio di denaro. Dal file audio il nome dell’imputato non compare mai ma è finito nella relazione di servizio di un suo collega. Una circostanza che il detenuto non ha potuto confermare rifiutandosi di rispondere alle domande del giudice. Si torna in aula a gennaio per l’escussione di ulteriori testi della Procura. L’imputato è assistito dall’avvocato Enzo Guida.

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