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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Castel Volturno

Infiltrazioni del clan in Comune, il legale dell'ex sindaco: "Mai in rapporti con la camorra"

Il legale Cantelli: "Le dichiarazioni dei pentiti non hanno fatto emergere nulla su Scalzone"

"Non c'è la prova dei rapporti tra Antonio Scalzone e la criminalità organizzata. Le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia hanno offerto poca sostanza nei riguardi di Scalzone; lo stesso Vassallo (Gaetano) ha riferito di non essersi mai rivolto ad Antonio Scalzone, bensì il suo riferimento era quello del fratello Alfonso. Le licenze che l'imprenditore Vassallo portò al comune erano legittime. Scalzone è ed è sempre stato un uomo perbene". E' stata questa l'arringa dell'avvocato Giovanni Cantelli, legale dell'ex sindaco di Castel Volturno Antonio Scalzone, nel processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi negli appalti affidati dal Municipio castellano, che si sta celebrando dinanzi alla seconda sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Antonio Riccio con a latere i giudici Francesca Auriemma e Alessandra Cesare.

Hanno poi preso la parola gli avvocati Michele Basile, Sabrina Esposito e Patrizia Sebastianelli, rispettivamente nell'interesse di Lorenzo Vargas, Gaetano Vassallo e Francesco Diana, per i quali è stata richiesta l'assoluzione. Le discussioni dei legali proseguiranno nelle prossime udienze.

Il sostituto procuratore della Dda Maurizio Giordano nella sua requisitoria ha richiesto 7 anni di reclusione per l'ex vicesindaco Lorenzo Marcello e 3 anni di reclusione per Gaetano Vassallo. Assoluzione per l'ex sindaco Antonio Scalzone, Raffaele Gravante, Antonio Di Tella, Gino Fusco, Giovanni Luzzi, Giovanni Castrese Graziano, Sebastiano Conte, Lorenzo Vargas, Giovanni Cassandra, Diego Massari. Sentenza di non luogo a procedere per Vincenzo Cassandra, per intervenuta morte del reo.

Il processo riguarda vicende satellite collegate alla 'vicenda madre' con protagonisti i due ex sindaci castellani Francesco Nuzzo e Antonio Scalzone nonché i membri delle rispettive giunte e dipendenti comunali oltre che il comando della polizia municipale. Le accuse mosse dalla Dda di Napoli furono concorso esterno ad associazione a delinquere di stampo mafioso, concussione, turbativa d'asta, abuso d'ufficio, omissione in atti di ufficio. Tra gli imputati, oltre ai due ex primi cittadini Francesco Nuzzo (assolto per i reati di concorso esterno in associazione camorristica e concussione) e Antonio Scalzone, compare l'ex vicesindaco Lorenzo Marcello (assolto per il reato di concussione), Raffaele Gravante, Antonio Di Tella, Gino Fulco, Giovanni Luzzi, Giovanni Graziano, Sebastiano Conte. L'inchiesta madre si articolava in tre vicende ben distinte quali la realizzazione del Centro Commerciale Giolì, l'appoggio elettorale a Francesco Nuzzo dal clan dei Casalesi e le minacce ai rispettivi sindaci concorrenti (Nuzzo e Scalzone) dalle rispettive fazioni di Bidognetti e Zagaria/Schiavone per 'piazzare' il loro 'favorito'. Le contestazioni mosse nel tempo, dal 2005, hanno avuto come filo conduttore l'illiceità degli atti amministrativi compiuti dalle vicendevoli amministrazioni comunali (prima di Nuzzo poi di Scalzone) in special modo in merito alla realizzazione per la realizzazione di opere o per conto del clan dei Casalesi o comunque in cambio di tangenti. Si torna in aula a marzo per il prosieguo delle discussioni dei legali.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Giovanni Cantelli, Claudio Sgambato, Enzo Di Vaio, Patrizia Sebastianelli, Romolo Vignola, Carmine Ippolito, Andrea Di Croce, Sabina Esposito, Alberto Messina. © Riproduzione riservata

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