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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Teverola

Opere abusive in un noto ristorante, scatta l'ordinanza di demolizione

I manufatti irregolari scoperti durante un'attività di controllo effettuata da Municipale e Asl

Gazebo esterno e strutture non a norma scoperti dalla Polizia Municipale, scatta l’ordinanza di demolizione per un noto ristorante di Teverola.

Durante un’attività di controllo sulle attività di ristorazione, agenti del Comando di Polizia Municipale di Teverola, insieme a personale dell’ASL, hanno scoperto una serie di opere abusive presso il ristorante ‘Umberto O Marinar’ situato in Via Salvo D’Acquisto. Nel corso del sopralluogo sono state identificati: un gazebo di circa 30 metri quadri in acciaio e copertura in acrilico; una tenda a rullo ancorata tramite un telaio in acciaio di circa 60 metri quadri, al di sotto del quale è delimitata un’area di 30 metri quadri chiusa perimetralmente da pannelli di alluminio e vetro; 4 gazebi con struttura in acciaio e copertura acrilico di 15 metri quadri ognuno; due manufatti (di 20 e 47 mq) chiusi da pannelli in alluminio e vetro sul lato est. Tutto senza il necessario titolo edilizio, a quanto emerso.

L’assenza di questo permesso è stata la scintilla che ha innescato l’emissione dell’ordinanza di demolizione da parte del Municipio. Le opere in questione, riconosciute come “interventi di nuova costruzione”, vengono considerate responsabili di una trasformazione permanente nel paesaggio urbano di Teverola. La zona, già sottoposta a vincolo sismico, è ulteriormente complicata dalla proprietà del terreno che appartiene alla Regione Campania (in quanto sotto è ubicato il collettore fognario regionale “Collettore in sinistra Regi Lagni”), rendendo le costruzioni ancor più controverse.

Nonostante la richiesta di demolizione presentata dalla proprietà tramite Scia, la pratica è stata respinta con un preavviso di diniego a causa di carenze documentali. I titolari sono ora chiamati a provvedere, a proprie spese, alla demolizione delle opere entro un termine perentorio di 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza. In caso di inadempienza, il Comune potrebbe irrogare sanzioni pecuniarie da 2.000 a 20.000 euro, oltre ad acquisire gratuitamente il bene e l’area di sedime, con la possibilità di procedere autonomamente alla demolizione a spese della responsabile dell’abuso.  Il presente provvedimento è contestabile mediante ricorso giurisdizionale dinanzi al Tar Campania entro 60 giorni dalla notifica, o, in alternativa, con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni.

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