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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

Postino ucciso dal clan di Casalesi, tre boss scelgono l'abbreviato

Quadrano ucciso dopo che il cugino, killer di don Diana, iniziò a collaborare con la giustizia

Ucciso perché il cugino, killer di don Peppe Diana, aveva iniziato a collaborare con la giustizia. Era il 1996 quando i sicari del clan dei Casalesi eliminarono Giuseppe Quadrano, postino di San Cipriano d'Aversa. Stamattina, ad oltre 22 anni di distanza dal delitto, è iniziato il processo a carico di Francesco Schiavone Sandokan, Francesco Schiavone detto Cicciariello, Nicola e Sebastiano Panaro. Per tutti l'accusa è di omicidio.

Nel corso dell'udienza preliminare, celebrata dinanzi al giudice De Lellis del tribunale di Napoli, si sono costituite le parti, con i figli della vittima costituitisi parte civile con l'avvocato Gianni Zara. Successivamente è stato scelto il rito. Cicciariello ed i due Panaro verranno processati con il rito abbreviato mentre Francesco Schiavone Sandokan ha optato per il rito ordinario. Il processo è stato dunque rinviato a febbraio quando il giudice avvierà il processo a carico dei tre e deciderà se rinviare o meno Sandokan a giudizio. 

Il motivo dell'omicidio di Giuseppe Quadrano era da collegare al fatto che il cugino, omonimo e killer di don Peppe Diana, aveva iniziato a collaborare con gli organi inquirenti dopo il suo arresto in Spagna. In un primo momento il dipendente delle poste venne avvicinato dal clan per chiedere al congiunto di ritrattare le sue dichiarazioni. Richiesta a cui seguì il rifiuto di Quadrano. Per questo il 7 agosto 1996 Quadrano venne avvicinato dal commando del clan dei Casalesi fuori al bar Orientale di San Cipriano d'Aversa e crivellato con 12 colpi d'arma da fuoco. 

Nonostante il suo rifiuto Quadrano, per via della parentela con un affiliato al clan, non è stato riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata.  

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