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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Mondragone / Via Duca Degli Abruzzi

I presunti killer negano di aver preso parte all'omicidio e lanciano accuse

Gli imputati nel processo per la morte di Giovanni Invito respingono le contestazioni: "Siamo stati incastrati"

“Io e Giovanni Invito eravamo come due fratelli, tanto che eravamo uniti che mi accompagnava a firmare in caserma; anche la sera dell’omicidio mi accompagnò. Non l’ho ucciso io, gli volevo bene. Giovanni era un ragazzo pulito, faceva qualche piccolo furto ma non ha mai fatto uso di droga. Mi hanno messo in mezzo ma io non ho ammazzato nessuno. Chi mi accusa di una cosa del genere è perché Giovanni lo ha ammazzato lui”.

Camasso lancia accuse: "Voleva essere il padrone di Mondragone. Per questo ci ha incastrati"

Sono le dichiarazioni rese da Mario Camasso nel corso dell'udienza celebrata dinanzi alla Corte d'Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatiello con a latere Honoré Dessì, nel processo per l'omicidio di Giovanni Invito, avvenuto il 17 ottobre 2007 a Mondragone, per il quale è imputato insieme a Michele Degli Schiavi. Nel suo esame l’imputato ha chiarito al sostituto procuratore Armando Bosso di non essere l’autore dell’omicidio dell’amico soprannominato occhiolino e di avere il forte sospetto che l’autore dell’omicidio fosse Giovanni Cascarino collaboratore di giustizia. “Lui voleva essere il nuovo padrone di Mondragone ed io non me lo filavo proprio anzi gli davo fastidio e perciò mi ha messo in mezzo nell’omicidio di Invito. Quella sera che Giovanni fu ucciso Cascarino venne giù a mare nella piazzetta dove stanno i giardinetti dove ci si drogava e spacciava e mi disse che avevano sparato ad Invito e che stava male in ospedale a Castel Volturno. Quando seppi questa cosa fermai un ragazzo per strada e mi feci prestare il telefono perché il mio era senza credito e chiamai Giovanni. Il telefono squillava ma non rispose nessuno. Mi precipitai in ospedale e vidi Giovanni sulla barella con la sorella che piangeva, morto. Me ne andai poco dopo”.

Il racconto dell'amante: "Sapeva tutto poi ha ritrattato"

Camasso ha contestato le dichiarazioni rese da Giovanni Cascarino riguardanti la sera dell’omicidio così come quelle del fratello Pietro Cascarino. “Io e Pietro eravamo amici, non andava d’accordo col fratello e nella famosa lettera inviata alla Procura nel 2014 lui stesso accusava il fratello Giovanni e si è poi rimangiato tutto perché voleva entrare nel programma di protezione e scucire soldi allo Stato”. L’imputato ha poi chiarito la natura dei rapporti con la sua compagna di avventure M.C., che gli fornì l’alibi la notte dell’omicidio salvo poi ritrattare. “Ci drogavamo insieme e facevamo sesso, spesso anche a tre. Lei sapeva tutte le mie attività illecite e per questo le chiesi di stare zitta quando ci convocarono in caserma in sala d’aspetto dove ci registrarono”.

"Eravamo a casa a guardare la serie tv". Ma la Procura fa verifiche su programmazione

Escusso il coimputato Michele Degli Schiavi ha ribadito di essere estraneo all’esecuzione del delitto e di apprendere dell’omicidio solo il giorno dopo. “Mi dissero che Giovanni era stato ucciso e che io e Michele eravamo i responsabili, in paese si diceva questo ma io non ho ammazzato nessuno”. Entrambi gli imputati hanno dichiarato di essere a casa la sera del 17 ottobre 2007 quando si consumò il delitto a guardare una serie televisiva "Distretto di polizia”, cosa avvalorata dai loro familiari escussi. La Procura però ha fatto accertamenti sulla messa in onda della serie nel giorno dell’omicidio scoprendo che la trasmissione di una puntata della serie ci fu la sera del 18 ottobre. Si torna in aula nel mese di dicembre per le repliche del pm e le discussioni dei legali.

Il delitto

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti si trattò di un omicidio premeditato dove la morte di Giovanni Invito consumatasi il 17 ottobre 2007 in via Duca degli Abruzzi a Mondragone sarebbe stata la conseguenza di un torto subito. Erano le 23 circa del 17 ottobre 2007 quando i due imputati secondo la ricostruzione della Procura a bordo di uno scooter raggiunsero la vittima in via Duca degli Abruzzi e lo freddarono con 5 colpi di arma da fuoco. Nell'immediatezza del delitto le indagini si concentrarono su Camasso e Degli Schiavi individuati come responsabili dell'omicidio ma il procedimento subì una battuta d'arresto per assenza di sufficienti indizi. Nel 2020 ci fu la riapertura delle indagini ad opera dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone esitata con l'arresto nel luglio scorso dei due imputati.

Nella difesa sono impegnati gli avvocati Francesco Liguori e Nicola Alessandro D'Angelo per gli imputati; Ferdinando Letizia per le costituite parti civili.

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