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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Condannato a 23 anni per l'omicidio dell'imprenditore, la Procura: "Condivisa nostra ricostruzione"

Il commento del Procuratore Troncone alla sentenza per il delitto di Pasquale Guarino. Turshilla scappato per evitare "gli accertamenti dell'autorità giudiziaria"

La Corte d'Assise ha condiviso la ricostruzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere secondo la quale Argit Turshilla, insieme ad altri, avrebbe ucciso Pasquale Guarino, l'imprenditore agricolo sammaritano ammazzato nel corso di una drammatica rapina nella sua azienda agricola di San Tammaro. E' questo il commento del Procuratore Capo Maria Antonietta Troncone alla sentenza che ha visto la condanna del 27enne albanese a 23 anni di reclusione.

La Procura, dopo il verdetto, ha ribadito come Turshilla, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare emessa il 6 ottobre 2017, si sia reso irreperibile in Albania "al fine di sottrarsi agli accertamenti dell'autorità giudiziaria". Venne arrestato nel marzo del 2018 nel distretto di Dibra ed estradato.

Ieri i giudici hanno condannato il 27enne anche al risarcimento dei danni in favore delle parti civili (la moglie ed i due figli di Guarino) fissando una provvisionale di 100mila euro ciascuno. Per Turshilla, però, è stato riconosciuto anche il "concorso anomalo" come attenuante, cioè quella di un reato diverso da quello voluto e forse commesso da uno dei complici. Insomma, non è chiaro chi abbia effettivamente sparato Guarino. In tal senso il processo ha aperto nuovi scenari investigativi per far luce su chi fossero i complici (almeno altri 2) che con Turshilla avrebbero agito. Gli atti sono stati inviati in Procura per ulteriori accertamenti.  

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