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Cronaca Aversa

Lutto nel mondo dell'ippica: muore patron del 'Cirigliano' di Aversa

E' venuto a mancare all'età di 88 anni: funerali in forma riservata

A distanza di 53 anni dall’inaugurazione, l’ippodromo Cirigliano di Aversa è ancora oggi uno degli impianti di trotto che funzionano meglio. Una realtà dell’ippica italiana, fortemente radicata nell’economia e nella cultura sportiva della regione. Merito soprattutto di Nunzio Stabile, aversano, scomparso ieri all’età 88 anni, che ha guidato la Saita, la società di gestione, con concretezza ma anche con grande umanità, riconosciutagli principalmente dai suoi dipendenti con i quali si confrontava e intratteneva rapporti amichevoli.

Modi garbati e rispettosi, mai una parola fuori posto. La passione per il trotto e la volontà di non privare di un qualsiasi reddito i lavoratori (part-time o in pianta organica) ha fatto sì che, insieme con i suoi soci, non abbandonasse l’attività ippica, in crisi da tempo, alienando la struttura per altri scopi. Da oltre vent’anni la concorrenza di altri tipi di scommesse (quelle sul calcio, il Gratta e vinci, il Superenalotto) ha decimato la scommessa sui cavalli mettendo in grave difficoltà il settore.

Qualche impianto ha chiuso i battenti. Addirittura San Siro a Milano e Tor di Valle a Roma, non il Cirigliano di Aversa. Stabile e suo padre Gaetano erano sì appassionati del trotto ma diventarono proprietari e gestori dell’ippodromo per caso. Sostanzialmente erano (e Nunzio lo era ancora) imprenditori agricoli e caseari, proprietari e soci di aziende nel Casertano. Ma negli anni Cinquanta padre e figlio subirono una grave scorrettezza. All’epoca l’ippodromo di Agnano divideva nettamente l’attività di trotto e galoppo e quando arrivavano i purosangue i trottatori dovevano frettolosamente lasciare i box dove erano alloggiati. Si usavano anche metodi poco ortodossi e così capitò che mentre era in pista un cavallo della "Vento del sud" i dipendenti di Agnano sbarrarono il box con un enorme catenaccio.

Il giovane Nunzio scoppiò a piangere ma papà Gaetano gli fece coraggio: un giorno avremo un ippodromo tutto nostro dove nessuno potrà metterci alla porta. Fu di parola papà Gaetano: comprarono un terreno con Arturo Migliaccio (poi entrarono in società anche il cugino omonimo Nunzio Stabile e il romano Adriano Andreani), ma passarono anni per completare le pratiche burocratiche.

Finalmente nel dicembre del 1968 il sogno di Nunzio divenne realtà e le corse debuttarono in Terra di Lavoro. Il successo di pubblico fu immediato perché l’impianto fu progettato per consentire agli spettatori di stare a tu per tu con i cavalli. A partire dal 1973 il Gran premio intitolato a Gaetano Stabile portò il Cirigliano alla ribalta nazionale. L’albo d’oro è ricco di campioni (driver e cavalli) e nel 1988 toccò pure a Varenne. Una vittoria storica in quanto fu la prima in un Gran premio del fenomeno che avrebbe poi vinto in tutto il mondo, riscrivendo la storia del trotto. Il Capitano ritornò ad Aversa anni dopo, da ospite d’onore, quando il patron volle intitolargli il piazzale dell’ippodromo.

Nunzio va ricordato anche per il coraggio e la fermezza (grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine) con le quali molti anni fa si oppose ai tentativi di inquinare le corse ai fini delle scommesse: rese stringente il protocollo per entrare nelle scuderie, fece installare un’efficace servizio di videosorveglianza, ingaggiò vigilantes. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata. Nunzio lascia l’amata moglie Gabriella e i figli Carmen e Gaetano, già inseriti nella gestione dell’ippodromo.

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