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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Il mercato di droga e telefoni in carcere: così i detenuti mantengono le famiglie fuori

Il retroscena svelato in Procura sull'operazione che ha portato ai 4 arresti. Sovrapprezzi applicati per il servizio di consegna

La droga ed i cellulari erano destinati alla vendita all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. È questo il retroscena dell'indagine dei carabinieri che hanno arrestato 4 persone, due uomini e due donne residenti tra Marcianise, Portico di Caserta e Santa Maria Capua Vetere, all'esterno del penitenziario "Francesco Uccella".

Il commercio di droga nel carcere

I dettagli dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa in Procura alla quale hanno preso parte il procuratore Carmine Renzulli, il comandante provinciale dell'Arma Manuel Scarso, il comandante del Nucleo Investigativo Salvatore Sferlazza ed il comandante del Nil della polizia penitenziaria Izzo. Un'indagine che ha fatto luce su un "fiorente commercio di droga e telefonini all'interno del carcere", ha evidenziato il procuratore Renzulli. Gli stupefacenti ed i cellulari (e micro cellulari) sequestrati, infatti, non sarebbero stati destinati all'uso personale ma alla vendita all'interno del penitenziario in uno schema secondo il quale "i detenuti all'interno mantengono le famiglie fuori", ha aggiunto il procuratore. Una tesi confermata anche dai numerosi sequestri all'interno della stessa casa circondariale ad opera della penitenziaria.

Il blitz dei carabinieri

L'attività investigativa dell'Arma ha consentito di intercettare una Fiat Panda 'sospetta'. L'auto è stata fermata tra il cimitero ed il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti 1,3 kg di hashish, 60 grammi di cocaina, 7 telefoni e 4 micro telefoni oltre ad un drone che sarebbe stato utilizzato di lì a breve per introdurre tutto all'interno del penitenziario. Droga e telefoni erano stati suddivisi in sei plichi, tutti di peso inferiore del drone.

Droga e telefoni rivenduti con il 'sovrapprezzo'

Per gli inquirenti, la droga ed i telefoni non sarebbero finiti ai destinatari materiali della consegna (al momento non individuati) ma per la successiva vendita in carcere. Secondo la Procura - con l'inchiesta coordinata dai pm Condello e Gaudino - sarebbe stato applicato un sovraccarico nel prezzo proprio per i rischi corsi e per il servizio di consegna. Il pagamento sarebbe poi avvenuto all'esterno del penitenziario. In carcere, infatti, non circola moneta contante. 

I cellulari utilizzati per impartire ordini

Nel corso della conferenza è stata evidenziata l'importanza dell'operazione proprio per il sequestro dei telefoni che possono essere utilizzati in cella non solo per avere contatti con le famiglie ma anche per impartire ordini all'esterno (compresi gli ordini della droga). Un fenomeno su cui sono accesi i riflettori degli inquirenti e su cui c'è la massima attenzione. Sono in corso approfondimenti per risalire agli intestatari dei telefoni. 

Gli arresti

I 4 sono stati arrestati in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Da quando si apprende 3 di loro (due uomini ed una donna) hanno precedenti anche specifici. L'altra donna indagata risulta essere incensurata. I due uomini sono stati ristretti proprio al carcere di Santa Maria Capua Vetere lo stesso dove, ironia della sorte, avevano cercato di introdurre la droga.

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