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Cronaca

Le mani del clan sul parcheggio, il finanziere: "Non lavorava ma aveva 2,5 milioni di euro sul conto"

I conti di Sagliocchi e i legami con gli esponenti del clan passati ai raggi X dall'ufficiale delle fiamme gialle

Società dove risultava socio occulto ma legalmente intestate ai parenti, sperequazione tra il volume d'affari e gli importi presenti sui conti correnti personali e non, gonfiati da persone gravitanti nell’orbita del clan dei Casalesi.

È quanto emerso nel processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi, in particolare del boss Michele Zagaria, nel parcheggio di via San Carlo a Caserta. Il luogotenente della Guardia di Finanza di Roma che condusse le indagini, sentito dinanzi alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Sergio Enea con a latere Giuseppe Zullo e Norma Cardullo, ha svelato i retroscena dell'inchiesta coordinata dalla Dda partenopea in particolar modo delle intercettazioni ambientali acquisite nelle residenze prescelte per la detenzione di Michele Patrizio Sagliocchi.

L'ufficiale ha fatto un excursus sulla società ‘Progetto Cimitero San Marcellino’ che era deputata alla realizzazione dei loculi cimiteriali nel comune di San Marcellino. La società venne costituita nel 2006 con un capitale iniziale di 10 mila euro dove socio unico nel 2011 divenne Gaetano Riccardi, nipote di Sagliocchi, che per gli inquirenti era una testa di legno al servizio dello zio Patrizio Michele che prendeva tutte le decisioni. La società pochi mesi dopo passò a Giuseppe Barile, (che ha definito la sua posizione in abbreviato). Tale passaggio avvenne quando le società nelle disponibilità di Sagliocchi vennero sequestrate. Il finanziere ha poi chiarito che esistevano dei rapporti ‘societari’con personaggi orbitanti nel clan dei Casalesi come Dionigi Giusti fratello di Aniello Giusti, i fratelli Nicola e Michelangelo Madonna imparentati con Pasquale Vargas (non indagati in questa vicenda). L’ufficiale delle fiamme gialle ha poi riferito dell’esistenza di un conto corrente personale intestato a Patrizio Michele Sagliocchi, che dalle indagini dei finanzieri non svolgeva nessuna attività imprenditoriale nè lavorativa nel periodo di riferimento 2009-2014. Su tale conto personale c’era un totale depositato pari a 2 milioni e mezzo di euro. “Tale conto aveva un andamento scalare, perlopiù venivano fatti versamenti di assegni bancari con elevati importi ed il flusso in uscita dei bonifici era più basso del flusso in entrata. In merito agli assegni abbiamo considerato le dichiarazioni di Francesco Zagaria riguardo la negoziazione degli assegni bancari. In pratica esponenti del clan dei Casalesi davano a Sagliocchi degli assegni che lui poi girava sul suo conto corrente. Dal conto corrente personale Sagliocchi defluiva le ingenti disponibilità economiche sui conti correnti dei figli e della moglie. Ciascun conto corrente è stato acceso presso il medesimo istituto di credito. Altro fattore che ci ha insospettito sono state le sperequazioni tra il volume di affari delle società e gli importi presenti sui conti correnti; del tipo il volume di affari nel 2011 era dichiarato a 60milioni di euro invece ne risultavano accreditati 70 milioni e così via”.

Nel corso dell'udienza è stato affidato l'incarico al perito per le trascrizioni delle intercettazioni.

Si torna in aula nel mese di maggio per il controesame del militare. Sono finiti sotto processo Michele Patrizio Sagliocchi, il boss Michele Zagaria, l’attuale dirigente del Comune di Caserta Francesco Biondi, l’architetto Carmine Domenico Nocera, Gaetano Riccardi nipote di Sagliocchi, Fabio Fontana, Teresa Capaldo, accusati a vario titolo di associazione a delinquere con l'aggravante della agevolazione mafiosa, corruzione, autoriciclaggio, falso ideologico, trasferimento fraudolento di valori.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giovanni Cantelli, Giuseppe Stellato, Enzo Di Vaio, Guido Diana, Michele Di Fraia, Paolo Di Furia, Emilio Martino, Alfonso Quarto, Alessandro Barbieri, Mauro Iodice, Stefano Montone, Giuseppe Ceceri. Il Comune di Caserta si è costituito parte civile rappresentato dall'avvocato Lidia Gallo.

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