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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Pignataro Maggiore

Consulente in ritardo, salta il processo. Ligato jr vuole essere sentito in aula

La perizia sulle condizioni di salute del figlio del boss ancora non è stata depositata

Il consulente super partes nominato dalla Procura non deposita la perizia: salta il processo. È quanto accaduto nel corso del processo a carico dei tre fratelli - Raffaele Antonio, Felicia, Pietro Ligato - e di Fabio Papa, accusati di estorsione, tentata estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico Lubrano-Ligato, egemone nel comune di Pignataro Maggiore, che si sta celebrando con rito abbreviato dinanzi al gup Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli.

Il giudice ha voluto vederci chiaro sulle condizioni di salute di Antonio Raffaele Ligato e per tale motivo dispose una nuova consulenza. Era stato il difensore di Ligato jr, l'avvocato Carlo De Stavola, a chiedere una perizia di parte per valutare la capacità di stare in giudizio dell'imputato. Il consulente di parte depositò la sua relazione ma il giudice richiese una consulenza super partes. Il mancato deposito ha fatto slittare al mese di ottobre il processo. In tale occasione verrà reso l'esame dell'imputato Pietro Ligato.

Raffaele Antonio, Felicia e Pietro Ligato nonché Fabio Papa - assistiti dagli avvocati Carlo De Stavola, Emilio Martino, Marco Argirò - furono attinti da provvedimenti cautelari in carcere che hanno costituito il risultato di un’intensa attività investigativa svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli a firma del sostituto procuratore Simona Belluccio, furono avviate nel mese di agosto e condotte attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri a Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, avrebbero corrisposto la somma di 3mila euro mensili.

Gli inquirenti hanno accertato, inoltre, il compimento di un’ulteriore presunta estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18mila euro.

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