Cambia vita dopo la condanna per camorra: revocata la libertà vigilata

Revocata la misura di sicurezza della libertà vigilata per Antonio Cangiano di Casal di Principe. Lo ha deciso il giudice Elvira Castelluzzo del tribunale di Sorveglianza che ha accolto la richiesta di revoca della pericolosità sociale, alla base della misura, avanzata dal legale dell'uomo, l'avvocato Mirella Baldascino. 

Cangiano, che ha scontato una condanna a 6 anni per reati di camorra e ritenuto affiliato al clan Schiavone, era stato colpito dalla misura della libertà vigilata per due anni al momento della sua scarcerazione. Misura prorogata più volte fino a settembre 2021. Proprio mentre era in corso la discussione di Riesame della pericolosità sociale, però, sarebbe arrivata una nuova segnalazione a suo carico con i carabinieri che hanno fornito parere negativo alla revoca. 

Alla base del parere dei militari il fatto che Cangiano sarebbe stato fermato a parlare con un "pregiudicato". Ma come dimostrato dal difensore, non solo si sarebbe trattato di un incontro occasionale (Cangiano non sarebbe mai sceso dalla sella della sua bicicletta) ma il 'pregiudicato' in questione sarebbe un barbiere di circa 60 anni che avrebbe commesso un reato in gioventù, quando aveva circa 20 anni. Reato per cui ha pagato il suo debito con la giustizia, avviando poi l'attività di barberia. 

Cangiano, di fatto, avrebbe completamente cambiato vita. L'avvocato Baldascino, nel corso della sua arringa, ha evidenziato come il suo assistito abbia trovato lavoro in una pizzeria dove è addetto alle pulizie e che di mercoledì presta la sua attività come di volontario alla Caritas di piazza Villa per la distribuzione dei pacchi alimentari. 

Insomma, circostanze che hanno fatto propendere il magistrato Castelluzzo a dichiarare cessata la pericolosità sociale e revocare la misura di sicurezza della libertà vigilata.