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Cronaca Cellole

Commercianti sotto usura, nuove intercettazioni entrano nel processo

Le captazioni in lingua sinti nel fascicolo dei giudici. Esercenti minacciati: "Vi spariamo e bruciamo il negozio"

Intercettazioni in lingua sinti al vaglio dei giudici. È stata questa la valutazione accolta dalla Terza Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - collegio presieduto dal giudice Luciana Crisci - nel processo sull'usura ed estorsione ai danni di commercianti di Cellole e Baia Domizia.

Il Presidente del collegio su richiesta del Sostituto Procuratore Iolanda Gaudino ha ritenuto di fare entrare nel processo delle captazioni rese in lingua sinti, utili - ad avviso del pm - a dimostrare la penale responsabilità degli imputati in merito al reato di usura. Si torna in aula a settembre per il conferimento incarico al perito.

Sul banco degli imputati sono finiti Achille Sauchella, 62 anni di Cellole; Giancarlo Alfiero, 59enne di Casal di Principe; Nicola Campanile, 54enne di Bacoli; Michele Casolare, 62 enne di Quarto; Riccardo Di Rosa, 57enne di Castel di Sangro; Maurizio Di Rosa, 39enne di Sulmona. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, gli imputati, approfittando dello stato di indigenza delle loro vittime (tre commercianti) avrebbero riscosso somme 'prestate' onnicomprensive di tassi usurari pari al 50% da corrispondere entro un mese, con l'applicazione di una mora da duemila euro per ogni mese di ritardo. La riscossione del quantum dovuto era resa più credibile dagli indagati - in particolare da Giancarlo Alfiero - con riferimento alle particolari modalità di recupero crediti in voga a Casal di Principe e care ai clan camorristici con tanto di minaccia di gambizzazione o di incendi dolosi delle attività commerciali.

Gli accertamenti investigativi sono nati a seguito di una denuncia sporta da uno degli imprenditori vittima degli imputati, M. D. C. di Cellole - rappresentato dall'avvocato Lorenzo Montecuollo - grazie alla quale sono state ricostruite ulteriori condotte estorsive ai danni di altri due imprenditori locali, G. N. e  L. G.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, M.D.C. nei mesi di febbraio e marzo 2016 avrebbe ricevuto la 'visita' di Giancarlo Alfiero presso la propria attività commerciale per riscuotere un debito pari a 20.000 euro e che se non avesse saldato il quantum dovuto sarebbe stato gambizzato ed avrebbe assistito all'incendio della propria attività. Le minacce venivano perpetrate da Alfiero facendo leva sulla modalità camorrista del recupero del credito del clan dei Casalesi. Lo stesso Alfiero, malmenando l'imprenditore M. D. C. già affetto da precarie condizioni di salute, ed in concorso con Nicola Campanile e Michele Casolare riuscivano a farsi consegnare le chiavi dell'attività da M. D. C. con evidente danno economico per lo stesso.

Gli stessi imputati si erano resi responsabili delle medesime condotte estorsive ed usurarie ai danni di G. N. e L. G.. Difatti Achille Sauchella, Riccardo Di Rosa, Maurizio Di Rosa in concorso tra di loro Sauchella quale intermediario e Maurizio e Riccardo Di Rosa quali finanziatori approfittando dello stato di bisogno di G. N. si facevano promettere e parzialmente restituire interessi di carattere usuraio. Su un prestito di 2500 euro venne richiesta la somma di 5000 euro omnicomprensiva degli interessi da versare entro un mese dalla richiesta. Sulla somma di 2000 euro venne richiesta una somma raddoppiata (4000 euro) entro un mese. In una occasione Sauchella a L. G., titolare di un esercizio commerciale di generi alimentari, impose, la tassa di 2000 euro di interessi per ogni mese di ritardo nei pagamenti.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati  Angelo Raucci, Luigi D'Anna,Leonardo Lombardi, Diego Di Bonito, Alfredo Della Rocca.

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