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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Villa Literno

Carico di 600 kg di cocaina svanito nel nulla, l'imprenditore si difende: "Erano solo pietre"

Fontana rende dichiarazioni spontanee a margine della testimonianza del braccio destro del boss dei Van Gogh

"Di Fontana ne ho sentito parlare da Imperiale e da gli altri ma non ho mai avuto contatti diretti con lui, neppure lo conosco". Sono le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Bruno Carbone, braccio destro del broker pentito Raffaele Imperiale, quest'ultimo noto come il boss dei Van Gogh, nel processo sulla rete di rete di narcotrafficanti che coinvolge anche l'ex presidente del Villa Literno Calcio, Giovanni Fontana.

Dinanzi ai giudici della Settima Sezione del Tribunale di Napoli, Carbone ha spiegato la vicenda del carico di cocaina da 600 chilogrammi commissionato da Imperiale a Giovanni Fontana che da Villa Literno a bordo di due container doveva arrivare in Australia. "Di questa commissione non so nulla né tanto meno che fine ha fatto tutta quella cocaina", ha affermato il pentito. Nel corso dell'udienza ha reso spontanee dichiarazioni Giovanni Fontana sostenendo che conosceva Imperiale che aveva fatto dei carichi per lui per la sua azienda di trasporti "ma si trattava di pietre e non droga" proseguendo l'imputato "io nella mia vita ho sempre lavorato, ho una azienda con oltre 150 dipendenti con un volume di affari già alto, non avevo bisogno di prestarmi a fare carichi illeciti per Imperiale". Si torna in aula la fine del mese di febbraio per l'escussione del "dichiarante" Daniele Ursini.

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di aver fatto parte di un’associazione a delinquere specializzata nel traffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana, e di essersi resi protagonisti di singoli episodi di traffico di droga dal 2018 al 2022. Al vertice dell’ipotizzata gang di narcotrafficanti, per la Dda partenopea c’era Imperiale: lo stabiese, trasferitosi a Dubai, trattava con i fornitori di droga, teneva i contatti con chi si occupava e gestiva l’importazione e il trasporto dei carichi di stupefacente e curava le relazioni con le cosche mafiose che compravano da lui i narcotici. Il suo braccio destro sarebbe stato Bruno Carbone. Ad occuparsi della contabilità dell’organizzazione, secondo l’accusa, invece, era Corrado Genovese. Per il liternese Giovanni Fontana l'accusa è di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Per i magistrati antimafia nel 2021 Fontana avrebbe messo a disposizione del sodalizio di Imperiale un deposito a Castel Volturno per occultare 600 chilogrammi di cocaina all’interno di due container diretti in Australia. Imperiale ha confermato quindi il coinvolgimento di Fontana nella operazione con l’Australia ed ha descritto gli altri traffici illeciti compiuti con la collaborazione dell’imprenditore liternese: dapprima due operazioni di trasporto dal Brasile, tra il 2008 e il 2010, di complessivi 6.000 chilogrammi di cocaina e, in seguito, tra il 2017 e il 2021, una decina di trasporti dall’Olanda allorquando, avvertendo l’esigenza di dotarsi di autotrasportatori efficienti e fidati, decise di ricontattare Fontana tramite Daniele Ursini (tratto in arresto nel mese di novembre 2022). Quest’ultimo ha confermato la circostanza nel corso dell’interrogatorio del 13 dicembre 2022.

Per le attività, secondo quanto dichiarato da Imperiale, Fontana avrebbe ricevuto un compenso di oltre 7 milioni di euro totali. Le indagini patrimoniali condotte dagli inquirenti sul patrimonio di Giovanni Fontana e del fratello seppur non indagato, evidenziarono una sproporzione, nel periodo 2002-2021, tra i redditi dei due imprenditori e dei rispettivi nuclei familiari e le relative possidenze. Fatto che portò al sequestro delle quote e dei compendi aziendali di 8 società, 120 immobili tra fabbricati e terreni, 6 auto/motoveicoli, nonché il blocco dei rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Massimo Caiano, Giovanni Cantelli, Mario Griffo, Immacolata Spina, Fabio Bisco, Rocco Maria Spina, Luigi Senese, Mario Palmieri, Lettiero Rositano, Giovanni Rendina, Antonietta Madore, Franco Colucci, Giuseppe De Gregorio, Giacomo Pace e Giuseppe Formicola.

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