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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Agenti aggrediti e detenuti barricati in cella: ancora violenza in carcere

Penitenziaria costretta all'intervento in antisommossa. Due poliziotti finiscono in ospedale

Agenti aggrediti e detenuti barricati in cella. E' questa la denuncia della Uilpa Polizia Penitenziara sulle ennesime tensioni all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

"Da ciò che si apprende - si legge in una nota del segretario generale Gennarino De Fazio - Stamattina due detenuti avrebbero aggredito alcuni appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e si sarebbero barricati nella cella. La Polizia penitenziaria sarebbe dovuta intervenire in assetto antisommossa per ristabilire l’ordine, mentre due operatori aggrediti sarebbero alle cure del locale ospedale civile".

Quello di Santa Maria Capua Vetere rappresenta lo specchio di quanto accade, ad avviso del sindacato, in tutti i penitenziari italiani. "Le carceri sono allo sbando totale - aggiunge De Fazio - come difficilmente si ricorda negli ultimi 30 anni. Ogni giorno tensioni, operatori aggrediti, ormai alla media di un centinaio al mese, suicidi di cui si stenta a tenere il conto: solo stamani, con il detenuto che si è tolto la vita a Monza, ne contavamo dieci nel 2022, salvo apprendere poco dopo che ieri sera una ragazza appena arrestata si è impiccata nel carcere di Messina e dover aggiornare il tragico bollettino a undici. A questi vanno aggiunti due appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nei primi quaranta giorni dell’anno. Una spirale di morte e violenza che sembra inarrestabile, specie se la politica e il Governo non si destano dal torpore letargico in cui sembrano essere caduti".

"Ci appelliamo nuovamente – conclude il Segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria – alla Guardasigilli Cartabia e al Presidente del Consiglio Draghi affinché si affronti l’emergenza con un decreto carceri, anche per rafforzare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, e fornire i primissimi strumenti per mettere in sicurezza il sistema penitenziario, nonché, parallelamente, con la messa in campo di riforme complessive capaci di ripensare l’intera esecuzione penale".

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