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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Villa Literno

Pizzo dei Casalesi, vittima in aula: "Mai ricevuto richieste estorsive"

L'uomo tirato in ballo da un altro imprenditore: "Chi dice il contrario mente"

"Non ho mai ricevuto alcuna estorsione, chi lo dice mente". Sono le dichiarazioni rese da una 'presunta vittima taglieggiata' nel corso dell'udienza nel processo a carico di Vincenzo Ucciero, l’unico dei 14 indagati (gli altri indagati hanno proceduto con rito abbreviato) per associazione a delinquere, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, finito a dibattimento dinanzi ai giudici della seconda sezione in composizione collegiale presieduta dal giudice Lucia Ferraro, del Tribunale di Napoli Nord.

Il 'presunto' taglieggiato chiamato in causa da una vittima delle condotte estorsive di Vincenzo Ucciero escusso dal Sostituto Procuratore Maurizio Giordano della Dda di Napoli ha smentito la tesi di una delle 6 persone offese che in una sua dichiarazione tirò in ballo l'odierno teste riferendo di essere a conoscenza che anche nei suoi confronti Ucciero avrebbe perpetrato condotte estorsive. Il teste però ha smentito simili dichiarazioni affermando di non essere stato oggetto di alcuna attenzione da parte di Vincenzo Ucciero. Si torna in aula nel mese di luglio per l'escussione di ulteriori testi.

Vincenzo Ucciero, difeso degli avvocati Marco Ucciero e Antonio Abet, era considerato il reggente, assieme a Oreste Reccia, del neo cartello della camorra che mirava alla riconquista dei territori di Villa Literno, Aversa, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino e Giugliano in Campania a suon di estorsioni perlopiù a imprenditori liternesi per conto degli 'amici di Casale'. Secondo i magistrati della DDA partenopea ciascuno forniva il proprio contributo nel meccanismo mafioso con il solo scopo di agevolare gli esponenti della 'vecchia guardia' del clan dei Casalesi al fine di perpetrare l'egemonia sui territori che un tempo erano dei gruppi di Schiavone, Zagaria, Bidognetti, Iovine.

Il loro modus operandi era quasi un marchio di fabbrica: estorsioni, pestaggi, utilizzo di armi illecitamente detenute e spesso celate in casa dagli appartenenti al sodalizio criminale. Una delle vittime di estorsione si è costituita parte civile con l'avvocato Mario Griffo.

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