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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

CAMORRA Droga del clan Belforte, 7 arresti | TUTTI I NOMI

L'inchiesta 'Officina del crimine' sullo spaccio di droga

La Squadra Mobile della polizia di Caserta ha dato esecuzione agli ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale della Repubblica di Napoli nei confronti degli imputati non detenuti dell’inchiesta denominata ‘Officina del crimine’. La terza sezione della Corte di Cassazione nell’udienza del 23 maggio scorso ha infatti concluso l’iter di una una tranche di imputati dell’indagine condotta della Squadra Mobile del Capoluogo.

L’OFFICINA PER I SUMMIT DI CAMORRA

Le indagini traevano spunto da un tentativo di estorsione perpetrato dagli emissari del clan Belforte in danno di un imprenditore edile, che aveva avviato nel capoluogo un cantiere per la realizzazione di abitazioni ad uso civile. L’immediata identificazione di uno dei responsabili, Massimo Belgiorno, 41 anni, e le successive attività investigative permettevano di documentare lo svolgimento, all’interno dell’officina meccanica da questi gestita  a San Nicola la Strada, di veri summit operativi di camorra, nel corso dei quali venivano accuratamente pianificate le attività estorsive condotte sul territorio, poi riscontrate dal sequestro del “libro mastro” in cui erano annotati i nominativi degli imprenditori vessati e le quote che essi dovevano pagare al clan.

LO SPACCIO DI DROGA

Contestualmente veniva ricostruito l’organigramma di una parallela e articolata organizzazione dedita al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti del tipo cocaina, crack e hashish, acquistati tramite esponenti del clan Mazzarella di San Giorgio a Cremano. La vendita al minuto dello stupefacente era affidata a piccoli gruppi autonomi, a cui erano assegnate determinate e strategiche “aree di competenza”, con relativo pagamento mensile  di una tangente sui ricavi ai referenti dei Belforte  tra i quali Gaetano Piccolo, detto Tavernello, Antonio Della Ventura, alias O’ Cuniglio, referente dei Mazzacane a Caserta, Antonio Bruno, alias Carusone e, dopo il loro arresto, Fulvio Della Ventura e Concetta Buonocore, rispettivamente figlio e moglie di Antonio Della Valle, e lo stesso Massimo Belgiorno, poi divenuto collaboratore di giustizia, tutti destinatari della misura cautelare eseguita nel maggio 2012. Nel corso delle indagini furono operati 15 arresti in flagranza per reati inerenti gli stupefacenti e sequestrati, complessivamente, oltre 1,5 kg. di cocaina e accertate penali responsabilità nei confronti di ben 64 pregiudicati, gran parte dei quali sottoposti a custodia cautelare.

LE CONDANNE 

La sentenza della Suprema Corte del 23 maggio scorso, nel troncone a carico di Giovanni Alois e altri 18 imputati, ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dai seguenti indagati, sancendone la definitiva condanna. Si tratta di:

Antonio Della Valle, 41 anni di Caserta, detto “O’ vecchio”, già detenuto in custodia cautelare e condannato a 16 anni di reclusione;

Vittoria Iadicicco, 43 anni di Marcianise, pregiudicata, già detenuta in custodia cautelare e condannata a 11 anni di reclusione;

Massimiliano D’Agostino, 40 anni di Caserta, libero, condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione;

Pasqualina Dell’Anno, 30 anni di Maddaloni, libera, condannata a 9 anni di reclusione;

Vincenza Orione, 69 anni di Marcianise, pregiudicata, libera, condannata a 8 anni di reclusione;

Michele Cioffi, 58 anni di Maddaloni, pregiudicato, detto “Papusc” già detenuto in custodia cautelare e condannato a 10 anni di reclusione;

Rocco Zarrillo, 41 anni di Marcianise, pregiudicato, libero, condannato a 5 anni di reclusione;

Augusto Trepiccione, 41 anni di Caserta, pregiudicato, libero, condannato a 11 anni di reclusione;

Andrea Biscardi, 36 anni di Caserta, detto “lampadina” o “Biscotto”, pregiudicato, condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione, pregiudicato, già detenuto agli arresti domiciliari;

Giovanni Alois, 34 anni di Caserta, pregiudicato, già detenuto in custodia cautelare e condannato a 11 anni , un mese e 15 giorni di reclusione;

Antonio Pellegrino, 66 anni di Maddaloni, pregiudicato, detto “Manomozza” , libero, condannato a 8 anni di reclusione;

Giovanni Di Stefano, 37 anni di Caserta, detto “Ciaccia Ciaccia”, pregiudicato, condannato a 11 anni di reclusione, già detenuto agli arresti domiciliari;

Arcangelo Maietta, 31 anni di Maddaloni, pregiudicato, già detenuto in custodia cautelare e condannato a 10 anni e 6 mesi di reclusione;

Caterina Di Vico, 47 anni di Roubaix (Francia), residente in Maddaloni, pregiudicata, detta “katina”, condannato alla pena di 15 anni e 6 mesi di reclusione, già detenuta agli arresti domiciliari.

GLI ARRESTI

Ai relativi ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale della Repubblica di Napoli nei confronti degli imputati non detenuti, è stata data esecuzione dalla Squadra Mobile di Caserta che ha svolto le indagini. Sono stati pertanto arrestati:

Pasqualina Dell’Anno, tratta in arresto il 31 maggio 2018 presso la sua abitazione a Maddaloni e associata alla Casa Circondariale femminile di Pozzuoli;

Vincenza Orione, tratta in arresto il 31 maggio 2018 presso la sua abitazione a Marcianise e associata alla Casa Circondariale femminile di Pozzuoli per l’espiazione della pena residua di 7 anni , 11 mesi e 27 giorni di reclusione;

Rocco Zarrillo, tratto in arresto il 29 maggio 2018 a Marcianise e associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere;

Augusto Trepiccione, tratto in arresto a Caserta e associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere;

Antonio Pellegrino, tratto in arresto il 30 maggio 2018 a Maddaloni e associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere;

Caterina Di Vico, tratta in arresto il 25 maggio 2018 e associata alla Casa Circondariale femminile di Pozzuoli.

Massimiliano D’Agostino, tratto in arresto il 28 maggio 2018, e associato presso la Casa Circondariale di Benevento.

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