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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria a Vico

Le mani del clan sul cimitero: tre condanne. L'ex vicepresidente della Provincia a giudizio

In abbreviato Nuzzo incassa 9 anni, 5 anni e 2 mesi per Liparulo. L'ex consigliere di Reggio Emilia condannato a 2 anni con pena sospesa

Arrivano le prime tre condanne per l'inchiesta sulle infiltrazioni della camorra nella vendita di cappelle gentilizie al cimitero di Santa Maria a Vico. Per gli altri imputati - tra cui l'ex vicesindaco e vicepresidente della Provincia Carmine Crisci - c'è stato il rinvio a giudizio.

Questo il verdetto pronunciato dal giudice De Bellis del tribunale di Napoli all'esito dell'udienza preliminare. Il gup ha inflitto: 2 anni a Carmine De Lucia, 55 anni ex consigliere comunale a Reggio Emilia, con il beneficio della sospensione della pena. Condannati in continuazione con altre sentenze passate in giudicato: Carmine Liparulo (5 anni e 2 mesi) ed il ras Domenico Nuzzo, alias Mimmariello, che ha incassato 9 anni di reclusione. Questo il verdetto per i tre che hanno scelto il rito abbreviato. 

Il giudice nel suo verdetto ha disposto il non luogo a procedere per Crisci e Nuzzo per un'ipotesi di una presunta corruzione relativa ad una cappella gentilizia. 

Tutti gli altri - tra cui Crisci, il dipendente comunale Giovanni Papa, Giuseppe Pascarella, Felice Valentino, Michele Diglio, Antonio Sgambato, Clemente De Lucia e Pietro Carfora - sono stati rinviati a giudizio dinanzi alla seconda sezione penale (collegio B) del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il processo prenderà il via a inizio gennaio. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Pasquale Vigliotti, Claudio Sgambato, Carlo De Stavola, Danilo De Cecco, Stravino ed Antonio Nobile. Il Comune di Santa Maria a Vico si è 

Secondo quanto ricostruito, Nuzzo - vicino al clan Massaro - avvalendosi proprio della forza intimidatrice derivante dall'appartenenza al sodalizio criminale avrebbe prima esercitato pressioni sul titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero per farsi consegnare una cappella gentilizia da 44mila euro e poi sarebbe riuscito ad ottenere l'assegnazione in favore di altre persone attraverso l'utilizzo di falsa documentazione. 

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