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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Denuncia l'avvocato dell'ex moglie dopo la separazione: "Mi ha diffamato"

Ad accusare è l'uomo, già magistrato presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La solidarietà della Camera Civile al collega e l'appello alle massime istituzioni forensi affinché intervengano

Avvocato rinviato a giudizio innanzi al Giudice di Pace di Santa Maria Capua Vetere per il reato di diffamazione. E' la vicenda che riguarda l'avvocato Michele Di Francesco, difensore di parte in una causa di separazione e poi di divorzio tra coniugi dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. A muovere le accuse l'ex coniuge, già magistrato presso il Tribunale sammaritano, dell'assistita del legale.

L'ex coniuge ha fondato le proprie accuse di diffamazione "su affermazioni circa la legittimità dell’utilizzabilità e delle modalità di reperimento di alcune registrazioni e foto depositate in un giudizio civile di separazione e poi di divorzio, per provare l’addebito a carico dell’altro coniuge". Per la Camera Civile queste accuse "costituiscono, sotto il profilo etico-professionale, una profonda lesione per la dignità dello stimato collega. Senza entrare nel merito della contestazione penale all’esame del Giudice di Pace, la vicenda che ha interessato l’avvocato Michele Di Francesco ha la propria genesi in una denuncia per diffamazione avente ad oggetto le eccezioni formulate nel giudizio civile di separazione e divorzio, spiegate nelle memorie e negli scritti difensivi prodotte dal collega nell’interesse della propria assistita, peraltro ritenute correttamente dal Tribunale a conclusione del giudizio di separazione, con sentenza passata cosa giudicata, non offensive, perché rientranti nell’alveo della continenza del diritto di difesa esercitato dall’avvocato".

E ancora si evidenzia: "Utilizzare l’ordinamento giuridico come deterrente è un evidente segno della 'mortificazione del diritto di difesa' che si traduce nello 'sfregio al ruolo dell’avvocato'. Tutti ben conosciamo le norme e la giurisprudenza in materia, ben conosciamo come possono essere acquisiti documenti e registrazioni e i limiti alla loro utilizzabilità in un processo, al pari di colui che nel caso che investe il collega le ha veicolate nel processo confidando nella loro utilizzabilità, ciò ancor più per il ruolo e per le conoscenze tecniche legate alla toga di magistrato che indossa".

La Camera Civile chiama in causa anche le istituzioni forensi: "Riteniamo che dell’episodio debbano avere conoscenza formale e diretta tutte le massime cariche del Foro e del Distretto perché appare indifferibile una riflessione concreta, e non astratta o di circostanza, sul rapporto fra tutte le parti del processo nel nostro Foro. La migliore gestione della Giustizia non può che passare dal rispetto dei ruoli, senza abuso di alcun genere, ispirato pertanto alla collaborazione paritaria e al rispetto di tutte le parti. Collaborazione che può e deve avere un unico presupposto, la riconosciuta e consapevole appartenenza ad un unico meccanismo, vale a dire la Giustizia. Per tale ragione quindi chiediamo che le massime istituzioni del Foro sammaritano intervengano in relazione allo spiacevolissimo episodio che ha investito l’avvocato Michele Di Francesco nell’esercizio della sua funzione di avvocato in modo che fatti del genere non abbiano più a ripetersi, e per i quali la Camera Civile di Santa Maria Capua Vetere manifesta in ciò la più ampia vicinanza e solidarietà al collega per l’ingiusto rinvio a giudizio, esprimendo la propria piena disponibilità ad una interlocuzione franca e diretta per evitare che in futuro possa essere nuovamente mortificato il diritto di esercizio di difesa e mortificato il ruolo ed il prestigio della figura dell’avvocato".

La replica

Il difensore della persona offesa nel procedimento tiene a precisare: "L’avvocato citato nell’articolo è stato tratto a giudizio per il reato di diffamazione non certamente per avere esercitato il suo legittimo ufficio di difensore della ex moglie del citato magistrato e non certamente per una questione riguardante le modalità di reperimento di alcune prove. L’avvocato citato nell’articolo è stato tratto a giudizio perché, come riportato dal capo di imputazione elevato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, offendeva e denigrava ripetutamente…l’onore e la reputazione professionale del mio assistito", si legge in una nota diramata dal difensore della persona offesa nel procedimento, l'avvocato Bernardino Lombardi

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