"Hotel Borges" in scena per OfficinaTeatro
Nell’ambito della stagione Prospettive Contemporanee organizzata da OfficinaTeatro, giovedì 26 ottobre alle 21 la compagnia di teatro contemporaneo Piccola Compagnia della Magnolia porta in scena a Caserta la nuova creazione "Hotel Borges".
I fondatori dell’ensemble torinese Giorgia Cerruti – alla regia e alla scrittura – e Davide Giglio – in scena – firmano uno spettacolo “quasi dadaista”; un divertissement nonsense, tragico e ironico, immerso in un realismo magico e liberamente ispirato alle atmosfere di sommi visionari come Borges, Cocteau, Petrolini, Fellini, Sgorbani, Arrabal.
Il protagonista dell’opera è Fortunello, un giovane uomo che trascorre il tempo chiuso in cantina, immerso in un mondo parallelo che è anche un luogo della mente, l’incanto dell’immaginazione. Fortunello è governato dal sogno di diventare concierge in un grande albergo. È un ragazzo speciale, nella testa ha una pietra d’oro che contiene tutto l’universo, ma nel giorno del suo diciottesimo compleanno, sulla soglia dell’età adulta, vorrebbero portarlo fuori dalla cantina e togliergliela.
Come misurarsi con gli altri? O ti uniformi o ti sopprimono? Che succede fuori? Forse nulla di così netto e torvo, nulla di terribile; noi siamo il nostro primo e ultimo luogo… un luogo morbido dove i vivi e i morti si confondono e solidarizzano, e così fanno anche gli animali e le persone, i personaggi mitologici e quelli storici, un luogo capace di tenere uniti realtà e artificio, un luogo irriverente dove divertirsi alle volte a deformare e falsificare deliberatamente i ricordi secondo la fantasia.
Dentro a Hotel Borges ci siamo noi adulti, immersi nel nostro perenne romanzo di formazione, alla ricerca del modo più piacevole, autentico o idoneo di vivere. Davide Giglio, cofondatore della Piccola Compagnia della Magnolia e presenza cardine di tutti i lavori dell’ensemble, si misura con una drammaturgia fluida e poetica pensata sul corpo dell’attore, dove il bisogno di comunicare è contemporaneamente contenuto, struttura e forma dello spettacolo stesso. Racconta la regista Giorgia Cerruti: “vogliamo provare a raccontare con il teatro il tentativo di farsi spazio in un mondo che non è mai su misura, un abito da adattare incessantemente, in quel volo scomposto e incerto che è la vita. Proviamo a rovistare ancora e nuovamente tra i temi a noi cari da vent'anni, impastando contaminazioni, utilizzando la scena come trampolino (o precipizio) per tornare là, al cuore intatto della misura umana delle cose”.