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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

L'OroNero della Reggia di Caserta arriva a Vinitaly

La prima bottiglia del Pallagrello Nero della Vigna del sito vanvietlliano approda all'importante fiera

Arriva al Vinitaly la prima bottiglia di vino del Pallagrello Nero della Vigna della Reggia di Caserta. La vendemmia ha dato i suoi sperati frutti e, lunedì 15 aprile alle 13, il vino della Reggia di Caserta, OroRe Nero, curato dalla cantina vinicola Tenuta Fontana, sarà presentato al Salone italiano del vino, uno dei maggiori al mondo con un dibattito e una degustazione. La conferenza stampa di presentazione si terrà nel padiglione della Regione Campania, nello stand di Tenuta Fontana. Il dibattito è sul tema "OroRe e le vigne storiche". Interverranno il direttore della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei; il giornalista e documentarista Luigi Ferraiuolo; l’enologo Francesco Bartoletti e la proprietaria di Tenuta Fontana, Mariapina Fontana.

"I vini di questa contrada sono eccellenti così bianchi come rossi, e sono de’ migliori del Regno, così per loro qualità e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli, e sono stimatissimi ne’ pranzi". Così i Re di Napoli, tra i monarchi più importanti d’Europa, parlavano del vino Pallagrello, della vite omonima, che fecero piantare anche nei giardini della Reggia di Caserta, nel Bosco di San Silvestro, per poterlo produrre direttamente nelle Reali Delizie. Tanto era il loro amore per il vino, che vollero nel Vitigno reale proprio il Pallagrello bianco e nero, come è conosciuto oggi. 

"Con orgoglio presentiamo il Pallagrello nero della Vigna della Reggia, dopo il Pallagrello Bianco, risultato tangibile di un grande lavoro di squadra del quale ringrazio Tenuta Fontana – spiega Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta - Un lavoro improntato alla valorizzazione dell'identità del Complesso vanvitelliano: oggi Museo contemporaneo, vivo e attivo, al servizio della società e del suo sviluppo. Nel progetto reale, realizzato da Luigi Vanvitelli, vi è una visione di sviluppo territoriale che intendiamo non perdere, sostenendo la sperimentazione di un sano rapporto pubblico privato. La Reggia è oggi coinvolta in numerose attività attività che testimoniano il possibile ruolo di fucina delle produttività e delle eccellenze del territorio".

Circa sei anni fa la Reggia di Caserta, Museo del Ministero della Cultura, riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità, diretto allora da Mauro Felicori, a seguito di una procedura di concessione ha affidato a Tenuta Fontana un ettaro di terreno nel Bosco di San Silvestro per il reimpianto di una vigna. L’azienda in questi anni, seguita dall’amministrazione della Reggia, si è occupata con passione e professionalità di impiantare una pregiata vigna di Pallagrello, l’antico Piedimonte, e la vite pian piano è rinata, divenendo prima uva e ora vino. E’ stata una grande sfida per l’azienda e per la Reggia di Caserta.

"Eravamo consci della delicatezza del ruolo che svolgevamo – spiegano Mariapina e Antonio Fontana, proprietari della Cantina, con sede a Pietrelcina, il paesino di San Pio – e lo abbiamo portato avanti con la maggior cura possibile e coordinandoci continuamente con la Reggia e tutti gli studiosi che potevano darci indicazioni utili. Dopo OroRe Bianco arriva al Vinitaly anche Orore Nero, il Pallagrello Nero della Vigna, che avevamo presentato in anteprima proprio alla Reggia a novembre scorso, e cominceremo a provare a costruire un dibattito e un confronto con le altre vigne storiche internazionali".

La vigna originaria era quella che serviva le tavole e la cantina reale e aveva un’estensione di circa cinque ettari, di fronte alla Casina di San Silvestro. Nei secoli il bosco ha mangiato molto di questa estensione ed è rimasto solo un ettaro di terreno libero, proprio di fronte al cancello d’ingresso della Casina. Ed è proprio quell’ettaro che è stato affidato a Tenuta Fontana, che l’ha ripulito e rilanciato con l’aiuto di due grandi professionisti: l’enologo fiorentino Francesco Bartoletti e l’agronomo livornese Stefano Bartolomei e la consulenza di ong accreditata Unesco per il rispetto della convenzione sul patrimonio per la rivitalizzazione.

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