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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia Marcianise

Accordo Seri-Softlab, i sindacati chiedono un incontro urgente al Ministero

L'annuncio di una delle aziende coinvolto non ha trovato conferme ufficiali

I sindacati chiedono chiarezza sul progetto di alleanza industriale tra il gruppo Seri e la Softlab, annunciato nei giorni scorsi, ma che per ora non ha trovato conferme ufficiali. Un progetto che potrebbe, in teoria, risolvere in un colpo solo le vertenze “casertane” della Jabil di Marcianise e dell’ex Indesit, oggi Whirlpool, di Teverola, con circa 230 lavoratori coinvolti. Le segreterie provinciali di Caserta di Fim-Cisl, Fiom-Cigl e Uilm, parlano in una nota congiunta di “poca concretezza in merito alla realizzazione di un polo tecnologico di eccellenza dell’elettronica tra le due società”, per cui ritengono “urgente convocare un incontro di approfondimento presso il Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise), come già richiesto il 13 novembre scorso”.

E’ stata la Softlab, azienda di informatica con uffici a Caserta, ad annunciare una partnership industriale con il gruppo Seri, che però non ha confermato alcun accordo. Il gruppo Seri è già presente nel casertano, in particolare a Teverola, dove ha assorbito, per la realizzazione di piccole batterie al litio, 75 lavoratori della Whirlpool rimasti fuori dal processo produttivo dell’azienda Usa degli elettrodomestici; e sarebbe pronto inoltre a realizzare un secondo progetto industriale sempre a Teverola, in cui produrre batterie al litio di grosse dimensioni, e per farlo avrebbe in mente di assorbire i circa 120 lavoratori Whirlpool in esubero. Nascerebbe così un polo tecnologico di primo livello. In tale piano di sviluppo, peraltro non ancora presentato ufficialmente ai sindacati, il ruolo della Softlab sarebbe quello di fornire alla Seri hardware e software, e a gestire i sistemi dovrebbe essere una buona parte dei lavoratori che Softlab ha preso nei mesi scorsi dalla Jabil (circa 150), e che al momento sono inutilizzati.

Annunci che però non hanno trovate conferme; di qui la richiesta di chiarezza dei sindacati, che sottolineano come le dichiarazioni di Softab relative alla presunta alleanza industriale con Seri, siano state “rilasciate in una sede istituzionale ed hanno riscontrato entusiasmo da parte del Vice Presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, che ribadiva che la Regione sta prestando la massima attenzione per la vertenza Jabil e garantiva tutto il sostegno possibile della Regione Campania per la realizzazione del progetto di Softlab e Seri Industrial. Se i progetti di reindustrializzazione – proseguono – sono individuati come strumento per il rilancio industriale ed economico del territorio e per dare una prospettiva occupazionale ai lavoratori in esubero da altre aziende (vedi Jabil), devono vedere il coinvolgimento convinto e pressante delle istituzioni, per questo chiediamo di convocare al più presto l’incontro già richiesto senza ulteriori tentennamenti, perché il tempo gioca un ruolo fondamentale”.

Nei mesi scorsi la Softlab aveva già preso da Jabil circa 150 lavoratori, dei 350 per cui era partita la procedura di esubero; altri addetti erano transitati in altre aziende, e così alla fine, alla Jabil, ne sono rimasti 130. Per quest’ultimi l’unica soluzione è accettare di transitare in altre aziende o andarsene volontariamente con un incentivo molto piccolo, altrimenti, saranno licenziati. Molti di loro erano stati contattati da Softlab; qualcuno è in attesa di avere una risposta, mentre la maggior parte, in mancanza di una programmazione industriale certa, non se l’è sentita di passare. I dubbi dei lavoratori Jabil erano dovuti alla circostanza che la Softlab, inizialmente, aveva annunciato l’intenzione di aprire uno stabilimento nell’area industriale di Marcianise, quindi ha iniziato a parlare di Teverola e della Seri. “Le scelte di ridimensionamento o addirittura di disimpegno delle multinazionali americane che sono sul territorio casertano – aggiungono i sindacati dei metalmeccanici – non possono ricadere sui lavoratori e sulle proprie famiglie, specie quando hanno avuto il coraggio e la responsabilità di valutare altre opportunità lavorative che purtroppo ad oggi sono ancora in stand by”. 

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