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Cronaca San Cipriano d'Aversa

CAMORRA Niente sconto di pena per Venosa

Aveva chiesto la continuazione tra due reati, ma la Cassazione ha detto 'no'

Una condanna per tentata estorsione ed una per aver fatto parte del clan dei Casalesi, ma per i giudici non può essere considerata la “continuazione del reato” e per questo non può arrivare lo sconto di pena. E’ questa la decisione emessa dalla Corte di Cassazione a carico di Massimo Venosa, 43 anni di San Cipriano, che si è visto respingere il ricorso presentato.

Secondo gli ermellini la distanza temporale dei fatti fa venire meno la continuazione dei reati che avrebbe comportato uno sconto di pena. Ma non solo. “La continuazione tra reato associativo e uno o più reati-fine va quindi riconosciuta solo ove si accerti che nel momento della condivisione, da parte del partecipe, del generale programma criminoso del sodalizio fosse precisata, e nota al partecipe, la volontà di commettere una specifica serie di reati - scrivono i giudici nelle motivazioni-. Il momento che viene in rilievo è quello della consumazione del primo reato, della serie considerata, e dunque nel caso in esame del reato associativo. Trattandosi di reato permanente, il reato è consumato nel momento in cui la condotta si è protratta con durata apprezzabile, mentre la permanenza ulteriore della partecipazione al sodalizio incide solo sulla gravità del reato, già consumato. Dunque, ai fini del giudizio sulla continuazione si deve considerare il momento in cui il reato associativo è consumato, e non anche la successiva permanenza della partecipazione”.

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