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Cronaca Casal di Principe

Guardaspalle ucciso: Zagaria e Schiavone rischiano l’ergastolo

Volge alle battute finali il processo ai gotha del clan dei Casalesi accusati dell'omicidio di Michele Della Gatta

Volge alle battute finali il processo ai gotha del clan dei Casalesi accusati dell'omicidio di Michele Della Gatta, 23enne guardaspalle dei figli del capoclan Francesco Schiavone Sandokan ucciso nel giugno del 1999 a Castel Volturno. 

Nel corso dell'ultima udienza, celebrata dinanzi al gup De Angelis del tribunale di Napoli, gli avvocati Paolo Di Furia ed Emilio Martino (per Michele Zagaria) e Guido Lombardi (per Vincenzo Schiavone alias Petillo) hanno pronunciato le proprie arringhe provando a smontare le tesi della Dda che ha invocato l'ergastolo per i due rispettivamente quali mandante (Zagaria) ed esecutore (Schiavone) del delitto. La Dda ha chiesto anche 10 anni per l'ex boss Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia. Si torna in aula a fine maggio per le repliche del pm Simona Belluccio e la sentenza. 

L'omicidio di Della Gatta è strettamente legato ad un altro delitto, quello di Carlo Amato, il figlio del boss Salvatore Amato, ucciso in discoteca durante il Mak P del liceo Amaldi di Santa Maria Capua Vetere. I sospetti di Amato, storico affiliato ai Belforte ed oggi collaboratore di giustizia, si diressero verso i figli di Sandokan, in particolare Walter Schiavone. Così serviva un capro espiatorio per tutelare i rampolli di casa Sandokan e dare al tempo stesso soddisfazione agli Amato. 

Per questo venne ucciso Della Gatta che per il "comportamento poco rispettoso e rissoso" non era "idoneo alla vita criminale, per cui già destinato a morire", racconta Iovine. Una decisione che, dopo le iniziali resistenze degli Schiavone, venne avallata. "Ricordo che subito dopo la commissione dell'omicidio di Carlo Amato, Nicola Panaro, a mio avviso per salvaguardare la posizione del fratello Paolo (pure presente alla festa e non indagato nda) e del figlio di Francesco Schiavone, attribuì la responsabilità dell'omicidio proprio a Della Gatta". 

Il delitto di Amato, infatti, "preoccupava molto anche me e Zagaria - aggiunge Iovine - che, considerato il legame esistente in quel momento con Francesco Schiavone, eravamo certo interessati a salvaguardare le sorti del figlio Walter. In considerazione di questo fatto e della circostanza che io e Zagaria premevamo per eliminare Della Gatta, il destino di quest'ultimo fu segnato". L'ordine di morte fu eseguito materialmente da Schiavone "petillo" e Vincenzo Schiavone, detto "copertone", che nel frattempo è deceduto.

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