Casalesi & appalti, la ‘gola profonda’: “Schiavone segnalato da un politico casertano”

"Una persona educatissima ed elegantissima" che si era inserita nel sistema delle Ferrovie a cavallo tra il 1989 ed il 1990 e con amicizie politiche elevate, a livello sia regionale che nazionale. E' questo il ritratto che fa di Nicola Schiavone, il manager ritenuto vicino all'omonima fazione del clan dei Casalesi, Carlo Romano, faccendiere ed ex dipendente proprio di Rfi.

Romano ricorda gli inizi dell'ascesa imprenditoriale di Schiavone che venne inserito tra le imprese di fiducia delle Ferrovie dello Stato. "Il direttore mi disse che era stato segnalato da un politico del casertano" di cui però non ricorda il nome: "stiamo parlando del periodo post terremoto dove vi era una forte ingerenza politica, senza distinzione di colori".

"Nel periodo in cui Nicola Schiavone veniva presso il compartimento di Napoli - prosegue Romano - raccontava che grazie alla sua esperienza politica, poiché era stato assessore al Comune di Casal di Principe, lo stesso aveva intessuto conoscenze con politici di livello Regionale e Nazionale".

Fu lo stesso Romano a segnalargli l'assunzione di Vincenzo Bove, divenuto poi negli anni il factotum di Schiavone: "E' il cugino di mia moglie", ha detto agli inquirenti. "Mi sono sempre preoccupato di raccomandare Vincenzo Bove affinché non commettesse stupidaggini. Voglio dire che ho sempre detto a Vincenzo di non prestarsi a consegnare eventuali tangenti o regalie per conto di Schiavone".

Romano riferisce anche degli effetti che ebbe, nel 1995, l'operazione Spartacus, in cui furono coinvolti Nicola e Vincenzo Schiavone (poi assolti nda) sui vertici di Rfi: "Andarono in panico i funzionari e gli impiegati che avevano rapporti con gli Schiavone. Si preoccuparono proprio perché potevano esserci condizionamenti mafiosi".