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Cronaca Casal di Principe

Il pentito scomparso nel nulla, salta il processo al figlio di Sandokan

La notifica dell'udienza a Palmiero mancata per la seconda volta: dopo la riunione dei due procedimenti è tutto fermo

Giosuè Palmiero, vicino al clan dei Casalesi e già collaboratore di giustizia, non si trova. E' emerso nel corso dell'udienza del processo a carico di 12 persone, tra cui il figlio di Sandokan Ivanhoe Schiavone, rinviato per un difetto di notifica proprio a Palmiero. La notifica - affidata ai carabinieri del Roni - non è andata a buon fine (nemmeno attraverso il servizio centrale di protezione) con il collegio presieduto dal giudice Pacchiarini del tribunale di Napoli Nord che è ha potuto fare altro che rinviare il processo ad ottobre. 

Sotto processo - con Schiavone jr e Palmiero - figurano  Arcangelo D'Alessio, 42enne di Trentola Ducenta; Gaetano De Biase, detto Burzone, 55 anni di Aversa; Oreste Diana, 31 anni di Trentola Ducenta, figlio del boss Peppe cuoll e pinto; Pietro Falcone, 42 anni di Trentola Ducenta; Alessandro Marino, 37 anni di Castel Volturno; Renata Marino, 31 anni di Bacoli; Salvatore Marino, 28 anni di Trentola Ducenta; Salvatore Orabona, collaboratore di giustizia di Trentola Ducenta; Romeo Pellegrino, 62 anni di San Marcellino; Antimo Scuotto, 46 anni di Aversa. Nel collegio difensivo gli avvocati Paolo Caterino, Luigi Monaco, Gaetano Laiso, Gabriele Piatto, Vincenzo Motti, Gianluca Barbato, Leandro Boccuti, Carmine Carbone, Guglielmo Iorio, Nicola Artese e Antonio De Micco.

Oltre all'intestazione fittizia - contestata ad Ivanhoe Schiavone anche a Renata, Alessandro e Salvatore Marino -  le accuse a carico degli imputati sono a vario titolo associazione a delinquere di stampo mafioso ed associazione dedita allo spaccio di droga. Tre i filoni d'indagine, con un unico filo conduttore. Il primo riguarda le nuove leve del clan Schiavone e la ripresa delle attività estorsive, la maggior parte delle quali nei canonici periodi di Natale e Ferragosto, ai danni delle attività commerciali ed imprenditoriali dell'agro aversano, tra Aversa, Trentola Ducenta e Lusciano. Tra le richieste di pizzo anche quella da 60mila euro posta in essere da Salvatore Orabona, oggi collaboratore di giustizia, ai danni di un imprenditore edile. 

L'altro filone d'indagine, invece, riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti, tra le province di Caserta (a Trentola Ducenta, San Marcellino e Parete) e Napoli, con i rifornimenti di droga - marijuana, cocaina ed hashish - che arrivavano dall'albania. Ed albanesi erano anche gli sfruttatori di alcune prostitute tra Maddaloni, Qualiano ed in provincia di Napoli.

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