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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

“Biodigestore, che pasticcio”. Quattro sindaci allertano anche Velardi

I consiglieri di Speranza: “Favorevoli a impiantistica, ma luogo e modalità sono sbagliate”

Un potenziale danno ambientale, economico, con spreco di soldi pubblici e ricadute negative in termini occupazionali e di indotto, irregolarità più o meno evidenti come l'assenza di una valutazione di impatto ambientale. Quattro comuni, associazioni ambientaliste e movimenti politici stamattina hanno ribadito il loro "no" al biodigestore in località Ponteselice.

Una contrarietà confermata - alla luce della convocazione del consiglio comunale dedicato all'impianto per il prossimo 5 aprile - nel corso di una conferenza indetta da Speranza per Caserta, rappresentata dai consiglieri comunali Francesco Apperti e Norma Naim, ed alla quale hanno partecipato il sindaco di San Nicola la Strada Vito Marotta, il sindaco di Casagiove Roberto Corsale, il sindaco di Capodrise Angelo Crescente, Bruno Mingione, delegato del sindaco di Recale Lello Porfidia, ed il commissario dei Verdi Edgardo Ursomando, oltre ai rappresentanti delle associazioni come Wwf, Legambiente, il comitato civico di San Nicola la Strada e quello di San Leucio. 

In premessa, una cosa ribadita anche in altri interventi, il consigliere Apperti ha sottolineato come "non siamo contro impiantistica ma contro una scelta scellerata sulla localizzazione. Va evidenziata anche l'incoerenza politica. Del biodigestore a Caserta si parla dal 2009 quando fu individuata come area addirittura Pozzovetere. Poi nel 2013 con l'amministrazione Del Gaudio ed l'attuale sindaco Marino era contrario. Ora il progetto sta viaggiando spedito e c'è urgenza di intervenire prima della scadenza del bando, fissata all'11 di aprile".

L'OPPOSIZIONE DEI SINDACI

Ma non solo le opposizioni casertane, il biodigestore unisce il fronte del "no" in maniera trasversale. Un'idea espressa dal sindaco Vito Marotta che ribadisce "Da parte nostra non c'è nessuna volontà di favorire i privati. Noi vogliamo la gestione pubblica ma non condividiamo la localizzazione. In 4 comuni abbiamo deliberato, sia nei nostri consigli comunali sia in un consiglio intercomunale, non solo il no a questo impianto ma anche una proposta che è quella di potenziare gli impianti esistenti e portare a completamento quelli già avviati. Il capoluogo con questa scelta mortifica ed offende 4 comunità cittadine che si sono espresse. Abbiamo già conferito incarico ad un legale per impugnare gli atti (per ora solo San Nicola ha formalizzato l'incarico con una delibera ma nei prossimi giorni provvederanno anche gli altri comuni interessati nda) e trasferiamo la vicenda anche su un piano giudiziario oltre che sociale. Un capoluogo è tale quando si pone a guida dei processi di una conurbazione ampia e non quando impone le sue scelte".

MAROTTA: "POTENZIAMO GLI IMPIANTI ESISTENTI"

Parole condivise anche dagli altri sindaci soprattutto per quanto concerne la mission del territorio. "Impiantare un biodigestore a pochi passi dai nostri strumenti per fare attrazione e creare indotto - ha spiegato Roberto Corsale - E' sbagliato. Porteremo avanti la battaglia fino in fondo", ma anche "il progetto della nuova via Appia - spiega Crescente - con la quale si mira a valorizzare il territorio ed un impianto di questo tipo non va in tal senso. Inoltre non è stata coinvolta una conurbazione che conta 50mila abitanti nel silenzio assordante di Sovrintendenza e Reggia sull'argomento". Anche Mingione ha detto che "l'azione proseguirà in maniera determinata contro il biodigestore".

LE IRREGOLARITA'

Ma la questione è anche tecnica. Opporsi, sì, ma a ragion veduta, documenti alla mano. "Caserta ha pagato lo studio di fattibilità all'Athena srl - ha detto Naim - che sebbene sia lo spin off dell'università tanto decantato è una società privata ed è bene ricordarlo. Da un punto di vista amministrativo, inoltre, manca la verifica di assoggettabilità Via (valutazione di impatto ambientale nda) e manca il titolo di disponibilità dell'area. Un pasticcio fatto con i soldi pubblici e quindi di tutti".

I DANNI

Ed ancora. La realizzazione del biodigestore a Ponteselice va in contrasto anche con la stessa progettualità dell'amministrazione di Caserta. "Trattandosi di soldi pubblici ho suggerito alla maggioranza di Caserta di adottare il principio di precauzione - ha detto Ursomando - Adesso si sta anche svegliando la coscienza civile dopo una certa impermeabiltà sulla questione. I danni, al di là delle emissioni odorigene, sono enormi dalla svalutazione immobiliare al commercio e fino alle ricadute occupazionali negative per il territorio. Non riesco a capire inoltre la vision del sindaco Marino che da un lato vuol fare il biodigestore e dall'altro vuol realizzare a 500 metri dall'impianto un asilo di ultima generazione o la buffer zone della Reggia".  

L'AMBITO

Ma c'è anche la problematica legata all'Ente d'Ambito, deputato a deliberare sulla localizzazione degli impianti e presieduto dal sindaco dimissionario di Marcianise Antonello Velardi. "Abbiamo chiesto un appuntamento con Velardi ma il giorno dopo si è dimesso da sindaco", ha spiegato Apperti. Ma l'EdA non resta vacante in quanto "le due cariche sono staccate", ha sottolienato Crescente consigliere proprio dell'Ambito. Quindi anche se Velardi non dovesse ritirare le proprie dimissioni resta presidente dell'Ambito.

    

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