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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Casapesenna

"Zagaria in grado di controllare gli affari del clan"

Le motivazioni della Cassazione che ha rispedito in carcere il faccendiere indagato nell'inchiesta sul clan dei Casalesi

“Intraprendente, influente ed in grado di controllare settori ed affari per conto del clan”. E’ il quadro che i giudici fanno di Alessandro Zagaria, il 32enne di Casapesenna ritenuto il “faccendiere” per conto di Michele Zagaria, colui attraverso il quale il clan dei Casalesi riusciva a pilotare gli appalti pubblici, tra cui quelle nei comuni di Santa Maria Capua Vetere e Grazzanise. Un quadro delineato dal tribunale del Riesame che è stato confermato anche dalla Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato di Zagaria, che è finito nuovamente in carcere. 

Nelle motivazioni della sentenza si sottolinea come la permanenza in carcere di Zagaria sia da ritenere giusta in quanto al 32enne “non si contesta l'appartenenza al sistema "La Regina", ma al clan dei Casalesi, gruppo Zagaria, nel cui progetto criminale rientrava l'infiltrazione negli appalti dei comuni del casertano”. Ed aggiungono: “L’ordinanza impugnata rilevava che nessun elemento poteva giustificare una conclusione di estraneità al contesto criminale per il solo passaggio del tempo dall'applicazione della misura, anche perché difettava qualsiasi comportamento sintomatico di dissociazione dal clan, non essendo rilevanti la giovane età del ricorrente e la sua condizione di studente universitario (funzionali, invece, al ruolo da svolgere senza destare sospetti)”.

Per gli ermellini, inoltre, il quadro delineato nelle precedenti decisioni sulla permanenza in carcere di Zagaria ne disegnavano “una quadro di elevata probabilità di reiterazione di delitti”. In particolare viene sottolineata “la qualità di imprenditore assunta da Alessandro Zagaria, i suoi legami familiari con i coimputati, i reiterati contatti con imprenditori e politici locali in diversi contesti territoriali della Regione Campania, emergenti dalle contestazioni del procedimento riunito e di quello pendente dinanzi al Tribunale di Napoli” che ne “rendono verosimile il suo inserimento nel contesto di gestione clientelare delle procedure di affidamento dei lavori pubblici”.

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